In età adulta l’organismo lavora per mantenere il capitale di calcio accumulato stabile. Quando nella donna si verifica un ridotto apporto di calcio vengono subito intaccate le riserve scheletriche al fine  di mantenere invariata la calcemia, e
quindi la conduzione degli stimoli nervosi e la contrattilità muscolare.
Nelle donne oltre i 60 anni l’assorbimento gastrointestinale è ridotto di circa il 50% rispetto alle donne giovani. Anche l’attività enzimatica renale, che produce metaboliti attivi della vitamina D, è ridotta. Quindi è importante valutare la biodisponibilità del calcio negli alimenti che compongono la dieta quotidiana per garantire un corretto apporto giornaliero di tale elemento. L’acqua gioca in questa fase un ruolo fondamentale in quanto elemento indispensabile che garantisce l’apporto di sali minerali necessari per i processi biochimici dell’organismo umano. In particolare sono adatte a questo scopo le acque bicarbonato-calciche, ricche di calcio e povere di sodio.