L’importanza dell’acqua:

Tutto quello che devi sapere sull’acqua e la sua importanza per il nostro corpo e il nostro benessere

Leggi gli approfondimenti de nostri esperti!

Dott.sa Maria Cesaria

Laureata in SCIENZE BIOLOGICHE nel 1982, specializzata in MICROBIOLOGIA, con master in dietologia e nutrizione umana, perfezionata in HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points, sicurezza alimentare) e vision 2000.

http://www.cesariamaria.it

A. Carlino – Assistenza Tecnica 

Pilastro del team tecnico Acquasmart srl, ha installato più di 500 impianti. La passione e l’impegno, sono testimoniati dalla soddisfazione dei clienti e dalla competenza acquisita con lo studio delle tecnologie di affinamento degli impianti di trattamento acque.

Dott. Domenico Garzone

Chimico, con esperienza pluriennale in laboratorio di analisi chimiche di vario genere: ambientale e merceologico, esperto in tutela e qualità delle acque. Iscritto all’ Ordine dei Chimici e dei Fisici della provincia di Bari.

Valerio – Portavoce Acquasmart srl

Inviato nei programmi radio è la voce di Acquasmart srl. Coniuga una grande esperienza commerciale, con gli studi, in SCIENZE INFERMIERISTICHE all’università del SACRO MILITARE ORDINE CAVALERI DI MALTA, che gli permettono di interpretare al meglio le esigenze delle varie tipologie di clienti.

Acqua : è questione di chimica! (36)

Lasciar bollire l’acqua per un certo periodo di tempo, potrebbe essere utile per renderla microbiologicamente pura, eliminare sostanze volatili (come alcune sostanze organiche), il cloro attivo residuo usato per la sterilizzazione. Risulta del tutto inutile per eliminare elevate concentrazioni di sali, calcare o eventuali metalli pesanti. Quindi se bollire l’acqua può essere utile per eliminare eventuali microorganismi, è assolutamente inutile per quanto riguarda sostanze chimiche che con la bollitura vengono addirittura rese più concentrate e quindi più pericolose. I cibi cotti nell’acqua inquinata assorbono gli inquinanti che essa contiene proprio come assorbe il sale da cucina che aggiungiamo all’acqua per cucinare.

 L’acqua viene continuamente contaminata a livello di falda, a livello di sorgente montana ecc… a causa dei gas tossici emessi da industrie e mezzi di trasporto inquinanti oppure da inquinamento dei suoli a causa di abbandono illecito di rifiuti e successiva percolazione nelle falde acquifere. Inoltre una gran parte della responsabilità è data dalle condizioni delle tubature della rete idrica che la trasporta nelle nostre abitazioni.

in base al pH si suddividono in acide (valori di pH da 1 a 6,9) neutre (pH 7) e basiche (valori di pH da 7,1 a 14)

In base alla composizione salina o più che altro in base alla quantità totale di sali disciolti, le acque si dividono in:

-dolce (concentrazione di sali inferiore allo 0,05% in massa)

-salmastra (concentrazione di sali tra 0,05% e 3% in massa)

-salata (concentrazione di sali tra 3% e 5% in massa)

-salamoia (concentrazione di sali maggiore al 5% in massa

Attualmente per eliminare i PFAS dalle acque sono disponibili varie tecniche come: adsorbimento su carbone attivo, osmosi inversa e chiariflocculazione.

L’acqua viene potabilizzata attraverso degli impianti specifici di potabilizzazione dell’acqua per lo più gestiti da grossi enti quali l’acquedotto che svolgono una serie di operazioni per abbattere tutti gli inquinanti presenti in essa. Si parte da operazioni fisiche tipo grigliatura ad additivazione di sostanze precipitanti i metalli pesanti sino alla sterilizzazione finale.

il cloro è un elemento della tavola periodica appartenete al gruppo degli alogeni con forte potere ossidante soprattutto se usato in forma molecolare con stato ossidativo zero. Usato solitamente sotto forma di ipoclorito per poter disinfettare l’acqua. Residui di cloro si possono trovare nelle nostre acque. La comunissima candeggina è ipoclorito diluito al 10%

 Il piombo è un metallo pesante molto inquinante molto tossico per gli esseri viventi sia vegetali che animali a causa del fatto che può bioaccumularsi e produrre stress ossidativo e quindi invecchiamento cellulare precoce.

 Il residuo fisso è una misura della quantità di sali disciolti nelle acque ed anche di altre sostanze refrattarie che resistono all’evaporazione totale dell’acqua e ad una temperatura che di solito è 180°C. Si misura in mg per litro d’acqua. I valori consigliati sono tra 100 e 1000.

La conducibilità elettrica, insieme alla salinità ed al residuo fisso, rappresenta una misura delle sostanze totali ionizzate disciolte in acqua e quindi capaci di condurre corrente elettrica. Tipicamente un’acqua potabile possiede una conducibilità tra 300- 1000 mg/L.

La durezza di un’acqua è definita in base alla quantità totale di calcio e magnesio disciolti in essa. Un’elevata concentrazione di questi cationi può produrre elevate quantità di calcare e rendere difficoltoso l’uso di detergenti che risulterebbero poco efficaci e quindi andrebbero usati in quantità maggiori. Valori di durezza consigliati per le acque potabili, vanno nel range 15-50 gradi francesi, da 1-15 gradi francesi le acque sono definite dolci, dai 20 in poi vengono definite dure, dove per grado francese si intende una concentrazione di carbonato di calcio di 10 mg/L.

Per acqua potabile si intende quell’acqua destinata ad uso umano utilizzata sia in ambito domestico che in altri ambiti. Le acque destinate al consumo umano devono essere salubri e pulite. Non devono contenere microrganismi e parassiti, nè altre sostanze, in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana. Da un punto di vista legislativo la qualità delle acque destinate ad uso umano è regolata in Italia dal D. Lgs 31/2001 che recepisce le prescrizioni della direttiva Europea 98/83/CE dove sono tabulati una serie di parametri suddivisibili in organici, inorganici e microbiologici con dei valori limite associati, superati i quali l’acqua viene considerata non idonea al consumo umano.

NO3: cosa sono i nitrati?
I nitrati sono la forma stabile più ossidata del ciclo dell’azoto. Solitamente nelle acque da depurare è presente ammonio che viene via via ossidato fino ad arrivare a nitrati e poi ad azoto molecolare ad opera di alcuni batteri. Quando entrano nell’organismo e si associano alle ammine contenute nei cibi, i nitrati danno origine alle nitrosoammine che sono universalmente riconosciute come sostanze cancerogene

I PFAS sono composti che, a partire dagli anni cinquanta, si sono diffusi in tutto il mondo, utilizzati per rendere resistenti ai grassi e all’acqua tessuti, carta, rivestimenti per contenitori di alimenti ma anche per la produzione di pellicole fotografiche, schiume antincendio e detergenti per la casa.
Di conseguenza questi composti sono stati rilevati in concentrazioni significative nell’ambiente e negli organismi viventi.
Nel 2006 l’Unione Europea ha introdotto restrizioni all’uso del PFOS, una delle molecole più diffuse tra i PFAS, da applicarsi a cura degli Stati membri. Per le acque potabili non sono ancora definiti e non esistono limiti di concentrazione nella normativa nazionale ed europea.

L’acqua che consumiamo quotidianamente è composta da molecole di idrogeno e ossigeno in rapporto 2:1 (H2O) più una serie di ioni e gas in essa disciolte che possono essere più o meno benefici per l’organismo umano a seconda della loro concentrazione relativa e della loro natura. Tutto ciò in virtù del fatto che tutti i fluidi corporei e l’acqua che compone per circa il 60-65% l’organismo umano, devono necessariamente contenere delle concentrazioni ben definite di sali minerali ed altri ioni funzionali alle attività specifiche di reparto all’interno dell’organismo

L’acqua osmotizzata non ha sapore.

L’ osmosi inversa invece consiste nel far passare, previa applicazione di una pressione, l’acqua attraverso una membrana semipermeabile agli ioni da una soluzione a maggior concentrazione salina ad una a concentrazione inferiore, e quindi contravvenendo al classico fenomeno dell’osmosi. Solitamente i pori della membrana semipermeabile hanno dimensioni inferiori al nanometro e quindi in grado di trattenere sia ioni che batteri

La microfiltrazione consiste nel filtrare l’acqua con membrane i cui pori hanno dimensioni che vanno da 0,1 mm a 10 micron e per cui utili per eliminare la maggior parte dei batteri ma non dei virus che possono raggiungere dimensioni inferiori.

le acque da bere vanno scelte in base alle singole esigenze, evitando acque troppo dure, inquinate, o ricche di calcare

L’ acqua in bottiglia è migliore di quella del rubinetto?

Bisogna valutare caso per caso. In linea generale possiamo dire che entrambe anno delle peculiarità che vanno affrontate. Nell’acqua in bottiglia bisogna leggere attentamente l’etichetta per capire se l’acqua risponde realmente alle singole esigenze ed inoltre bisogna considerare le problematiche inerenti allo stoccaggio delle bottiglie e i residui derivanti dalla plastica. Per l’acqua del rubinetto invece bisogna considerare gli inquinanti presenti nelle condutture.

La differenza tra un’acqua derivante da bottiglia, una da impianto di microfiltrazione/ osmosi inversa ed una dal rubinetto può variare caso per caso. Bisogna valutare caso per caso facendo delle analisi prima e dopo l’applicazione di filtri e leggendo i valori delle sostanze riportate in etichetta per l’acqua imbottigliata. Tutto ciò tenendo conto delle esigenze dei singoli utenti che potrebbero necessitare di acque particolarmente dolci e di acque mediamente minerali per l’integrazione quotidiana.

In virtù di quanto descritto nelle precedenti domande, l’inquinamento dell’acqua del rubinetto dipende dalla zona in cui abiti, dal grado e dalla costanza di manutenzione del tuo impianto idrico come per esempio l’esistenza di un serbatoio d’accumulo o cisterna mal manutenuta o vecchie tubature ricche di piombo.

L’acqua addolcita non sempre è carica di sodio, ciò dipende dal tipo di addolcitore che si utilizza. Un’ osmosi inversa potrebbe addolcire molto l’acqua facendo diminuire molto anche la concentrazione di sodio.

L’osmosi inversa riduce il PH?
La funzione dell’osmosi inversa è quella di trattenere sali e microorganismi e pertanto, il valore di pH di un’acqua osmotizzata deve essere circa neutro o debolmente acido dovuto alla dissoluzione della CO2 atmosferica in essa. Qualora l’acqua prima del trattamento fosse stata acida, (ph < 7), il pH dell'acqua risultante si sarebbe alzato, mentre nel caso contrario (pH > 7), il pH dell’acqua risultante si sarebbe abbassato.

L’ acqua distribuita dalla rete idrica, per contratto con il gestore locale, dovrebbe essere potabile e conforme ai parametri di legge. Infatti la qualità dell’acqua del rubinetto è soggetta a controlli quotidiani per garantire la salute di chi la dovrà bere. Nonostante ciò, le condotte d’acqua però, se corrose o danneggiate possono rilasciare delle sostanze nocive, e questo potrebbe accadere specialmente in corrispondenza delle tubature private dei nostri edifici che non sono monitorati costantemente.

Si! L’arsenico può essere presente nell’acqua erogata dai nostri rubinetti. Ciò è dovuto a contaminazioni durante il tragitto che l’acqua compie dal potabilizzatore sino alle case, oppure può essere presente nell’acqua in uscita dal potabilizzatore in concentrazione massima di 10 microgrammi/L.

L’ acqua di rubinetto potrebbe contenere microinquinanti non monitorabili all’uscita dagli impianti di potabilizzazione gestiti a livello centrale per il semplice fatto che essi possono accumularsi durante il tragitto verso le case. Tutto ciò può essere dovuto ad un naturale invecchiamento della tubazione periferica o ad un cattivo stato di manutenzione delle stesse.

Il gestore degli acquedotti assicura un’acqua potabile sino all’attacco delle nostre condutture. Pertanto il controllo della rete idrica può essere considerato parziale. Inoltre alcune sostanze usate per la potabilizzazione rendono l’acqua poco gradevole. A questo si unisce la mancata fiducia delle persone a causa di eventi mediatici che hanno sottolineato spesso delle mancanze da parte dei gestori rispetto alla legislazione vigente o addirittura lentezza nella stessa legislazione in norme di sicurezza. Rimane fermo anche il dibattito che vede molte opinioni contrapposte sui valori dei parametri disciolte nell’acqua.

Ogni anno l’uomo produce circa 240 milioni di tonnellate di plastica di cui solo il 3 % viene riciclato. Considerando che una bottiglia di plastica impiega circa 1000 anni per degradarsi nell’ambiente, si direbbe che vi è una seria necessità di abbattere drasticamente il consumo di tali imballaggi di qualsiasi forma e provenienza. Una così lunga persistenza di tali polimeri nell’ambiente produce inevitabilmente un costante avvelenamento di terreni, acque e cibi che utilizziamo ed una perturbazione degli ottimali equilibri che si instaurano nei vari ecosistemi con conseguenze devastanti per l’intero pianeta.

stare attenti sempre a variazioni di colore, odore e sapore. In tal caso farla analizzare ed eventualmente prendere provvedimenti

I parametri di potabilità secondo la legge italiana sono sanciti dal Dlgs 31/2001 e specificati in valori tabulati nell’All.1 Parti A,B,C al suddetto decreto.

Esistono filtri a carbone attivo, utili per le sostanze organiche, microfiltri, filtri ad osmosi inversa utili per tutte le sostanze da eliminare dipendentemente dalle dimensioni dei pori della membrana filtrante, filtri a campo magnetico utili solo per il calcare degli elettrodomestici, filtri a scambio ionico utili anche essi per togliere il calcare. Sia Per l’uso domestico che per gli HORECA vanno bene i microfiltri o al limite quelli a carbone attivo per migliorare eventuali odori o strani sapori

  1. Le analisi che possiamo effettuare sull’acqua sono numerose. Tra queste possiamo elencare quella biologica, organica, fisico chimica, di vitalità e provenienza, energetica bioelettronica ecc. Particolare attenzione bisogna avere per quelle elencate nel dlgs 31/2001 che sanciscono la potabilità della stessa.

In generale l’acqua può contenere delle sostanze inquinanti. Queste si dividono in inquinanti chimici, inquinanti microbiologici e inquinanti minerali.

rimuovere il cloro non necessariamente può portare alla formazione di muffe considerando che come tutti gli organismi viventi, per sopravvivere e proliferare esse hanno bisogno di nutrienti che non sempre sono presenti nelle acque.

 l’osmosi inversa è un trattamento fisico che non richiede l’uso di sostanze chimiche.

Erogatori e addolcitori: info utili (14)

Con un impianto di qualità ed un sale di qualità si può abbassare oltre l’80 % della durezza presente nell’acqua di casa.

4 elementi fondamentali: una presa elettrica, il contatore dell’acqua, lo scarico ed un tecnico specializzato. Grazie alla promozione Zeropensieri, Acquasmart srl garantisce l’installazione completamente gratuita.

Per durezza dell’acqua si intende un valore che esprime il contenuto totale di ioni di calcio e magnesio (calcare) oltre che di eventuali metalli pesanti presenti nell’acqua. La durezza viene generalmente espressa in gradi francesi (°f, da non confondere con °F, che sono i gradi Fahrenheit).

In genere le acque vengono classificate in base alla loro durezza come segue:

fino a 4 °f: molto dolci

da 4 °f a 8 °f: dolci

da 8 °f a 12 °f: medio-dure

da 12 °f a 18 °f: discretamente dure

da 18 °f a 30 °f: dure

oltre 30 °f: molto dure.

Si migliorandolo. Infatti con la microfiltrazione migliorano le caratteristiche a livello “organolettico” dell’acqua e quindi il gusto. Risultano eliminati  lo sgradevole sapore di cloro e delle sostanze disciolte nell’acqua: quali particelle di sabbia, fango, argilla, alghe detriti, ruggini e sedimenti vari.

Si migliorandolo. Con il sistema di osmosi inversa Acquasmart srl, migliorano le caratteristiche “organolettiche” dell’acqua e quindi il gusto grazie all’eliminazione dei sapori sgradevoli delle sostanze in essa disciolte quali cloro e alcuni metalli pesanti. Inoltre grazie al regolatore di sali minerali, contenuto nell’impianto, è possibile regolare il sapore dell’acqua a seconda del gusto che ognuno preferisce.

Non bisogna affrontare lavori in muratura. Tutta l’operazione di installazione sarà effettuata da un tecnico specializzato Acquasmart srl. Si tratta di creare un semplice collegamento tra l’impianto di microfiltrazione e la rete idrica esistente in casa attraverso una diramazione sotto il lavandino. Con Acquasmart srl ricordiamo che l’installazione è gratuita.

Non bisogna affrontare lavori in muratura. Tutta l’operazione di installazione sarà effettuata da un tecnico specializzato Acquasmart srl. Si tratta di creare un semplice collegamento tra l’impianto di osmosi inversa e la rete idrica esistente in casa attraverso una diramazione sotto il lavandino. Con Acquasmart srl ricordiamo che l’installazione è gratuita.

Per eliminare il calcare dall’acqua della propria casa è necessario un “Addolcitore”, ovvero un apparecchio che viene installato a monte del vostro impianto idrico di casa.

I sistemi a osmosi inversa Acquasmart srl sono composti da un insieme di filtri a microfiltrazione e da due o più particolari filtri chiamati “membrane osmotiche”. Il compito di tali membrane osmotiche è di ridurre drasticamente la presenza di tracce di fosfati, calcio e metalli pesanti, fitofarmaci, arsenico, materiali radioattivi e di quasi tutte le molecole inquinanti che incidono sulla durezza dell’acqua.

Con il sistema a microfiltrazione si rimuovono le particelle solide da un fluido facendolo passare attraverso filtri a sedimenti e carboni argentizzati attivi. Tali filtri hanno la funzione di trattenere microrganismi, cloro, particelle di sabbia, fango, argilla, alghe detriti, ruggini sedimenti vari e alcune specie batteriche.

La manutenzione degli impianti ad osmosi inversa deve essere fatta secondo le specifiche indicate dalla casa costruttrice, attraverso l’intervento di un centro di assistenza qualificato in modo da sanificare l’impianto e, se necessario, sostituire membrane e elementi filtranti. La scelta del modello, l’installazione e la regolazione al momento dell’acquisto devono essere fatti con criterio, affidandosi all’esperienza di aziende del settore che possano garantire competenza e assistenza, in modo da ottenere il massimo beneficio dall’utilizzo di queste tecnologie in termini di qualità dell’acqua prodotta e distribuita.

La manutenzione degli impianti ad osmosi inversa deve essere fatta secondo le specifiche indicate dalla casa costruttrice. Un tecnico specializzato Acquasmart srl effettuerà la sanificazione dell’impianto e, se necessario, sostituirà membrane e elementi filtranti

Circa un’ora e mezza.

Salute: consigli per il tuo benessere (53)

L’acqua in bottiglia è sempre minerale, in quanto è una soluzione in cui nell’elemento acqua sono disciolti altri componenti presenti in natura, come sali minerali e metalli. Quello che varia è la composizione e le quantità di minerali disciolti.

L’iperidratazione è un aumento dell’acqua extracellulare, soprattutto del compartimento interstiziale (edema). E’ causata principalmente da patologie come l’insufficienza renale, quella cardiaca, l’ipoproteinemia (da malnutrizione, o da cirrosi epatica) o da malattie endocrine che coinvolgono gli ormoni dell’aldosterone e vasopressina. L’iperidratazione può essere dovuta, anche, al bere più acqua di quanta i reni possano eliminare.

Vuoi maggiori informazioni?

Contattaci:informa@acquasmartsrl.it

L’acqua nel nostro corpo è in moto perpetuo. Questo movimento è reso possibile dall’esistenza di un sistema specializzato, una specie di impianto idraulico localizzato all’interno delle cellule, sia di quelle animali che di quelle vegetali. Il sistema in questione è costituito dalle acquaporine, proteine-canali che permettono il movimento dell’acqua attraverso la membrana della cellula. Quando c’è una concentrazione maggiore d’acqua all’interno della cellula le acquaporine la muovono verso l’esterno quando invece si tratta del contrario l’acqua si muove verso l’interno. Possiamo quindi affermare che le acquaporine sono piccoli sistemi di pulizia: lo scambio dell’acqua è fondamentale per le cellule. Un suo cattivo funzionamento è all’origine di molte malattie.

Il primo sintomo della disidratazione è la secchezza della bocca. Poi, a mano a mano che lo stato di disidratazione  aumenta, sia la pelle che le mucose (comprese quelle dell’occhio) diventano secche e asciutte e compaiono senso di affaticamento, mal di testa, arrossamento della pelle, crampi  muscolari, perdita di appetito, intolleranza  al  calore, apatia. Se lo stato di disidratazione è ancora più grave, si possono avere vertigini, nausea e vomito, tachicardia, diminuzione del livello di attenzione e di concentrazione e sdoppiamento della visione, fino a perdita di conoscenza e rischio di coma.

I parametri da considerare sono:
RESIDUO FISSO la quantità di minerali in essa disciolti;
DUREZZA DELL’ACQUA cioè il grado di calcare che si esprime in gradi francesi ;
PH grado di alcalinità o acidità di una sostanza;
MICRORGANISMI E ALTRE SOSTANZE INQUINANTI COME NITRITI E NITRATI.

I meccanismi che mantengono l’equilibrio idrico sono quello della sete (che regola la quantità di acqua da in-
gerire) e il riassorbimento dell’acqua nei reni (che regola la quantità di acqua eliminata con le urine).

La suddivisione prevista dal Decreto Lgs. 25/01/1992 n. 105 è la seguente:
Residuo ≤ 50 mg/L Acque minimamente mineralizzate
Residuo > 50 e ≤ 500 mg/L  Acque oligominerali
Residuo > 1500 mg/L  Acque ricche di sali minerali

Il centro della sete si trova nel cervello. Con un meccanismo estremamente complesso e sensibile, raccoglie ed elabora vari segnali provenienti da diversi tipi di recettori localizzati in varie parti del corpo. In linea di massima il senso della sete è determinato dalla disidratazione delle cellule nervose. Altri fattori che contribuiscono ad aumentare la sensazione della sete sono la secchezza della bocca e la diminuzione del volume del sangue. Per contro, la distensione dello stomaco provoca un minore desiderio di bere. Dobbiamo bere prima che compaia la sete in quanto questo significa che siamo già in debito di acqua. Possiamo renderci conto che abbiamo bisogno di bere toccando con i polpastrelli la bocca, se la sentiamo secca dobbiamo bere.

La molecola dell’acqua è costituita da 2 atomi di idrogeno e una di ossigeno (H2O), alcune delle molecole presenti nell’acqua (una piccolissima parte) si spezzano formando due altre specie: ioni idrogeno (forma chimica: H+) e ioni ossidrile (OH-). La concentrazione degli ioni H+ in un acqua determina la sua acidità, definita mediante una grandezza adimensionale, il pH. Se in un’ acqua ci sono più ioni idrogeno che ioni ossidrile, l’acqua dal punto di vista chimico è acida, in caso contrario è basica (detta anche alcalina).

Come già detto per residuo fisso si intende la quantità di minerali in essa disciolti. Il residuo fisso limite per un’acqua potabile deve essere non superiore a 1,5g per litro. Per quanto riguarda i valori consigliati sono, sempre in condizioni di salute normali, tra 200 e 300 mg per litro. Questo perché acque minimamente mineralizzate (residuo fisso inferiore a 50 mg/L) alla lunga possono portare a squilibri idrosalini, lo stesso si può dire di acque fortemente mineralizzate cioè quelle che superano i 1500 mg/L.

L’acqua è un alimento a tutti gli effetti, basti pensare che, nell’uomo, costituisce il 60-70% del peso corporeo, che deve rimanere costante nel tempo. Dal momento che ogni giorno ne perdiamo molta (con le urine, il sudore e l’espirazione), è importante ricostituire rapidamente ed efficacemente le perdite.

I sali disciolti nell’acqua consentono il passaggio della corrente elettrica perché sono in forma ionica, cioè dotati di una o più cariche elettriche: nell’acqua avremo ioni sodio, ioni potassio, ioni solfato e altri. Si avrà quindi un aumento della conducibilità elettrica in modo proporzionale alla quantità delle sostanze disciolte, questo è un parametro utile per ottenere una misura, seppur approssimata, del contenuto di sali disciolti in un’acqua minerale. L’unità di misura della conducibilità elettrica è il Siemens, in genere per i parametri legati a campioni di acqua potabile si hanno valori variabili tra 100-1000 μS/cm. I valori consigliati ricalcano quanto detto per il residuo fisso.

Il bilancio idrico è il rapporto tra le “entrate” e le “uscite” di liquidi nel corso delle 24 ore. È fondamentale
per conservare un buono stato di salute nel breve, nel medio e nel lungo termine.

La disidratazione si ha quando l’organismo perde più liquidi di quanti ne assuma. Può essere causata o da un’assunzione insufficiente di liquidi o da un aumento delle perdite (es. vomito incoercibile, sudorazione profusa, emorragia, ustioni). Se la diminuzione dell’acqua corporea totale è pari al 7% la sopravvivenza stessa è compromessa.

Si intende una situazione di equilibrio tra disidratazione e iperidratazione

Per acque potabili s’intendono quelle acque distribuite tramite pubblici acquedotti, principalmente impiegate per usi domestici.

Si l’acqua aiuta a dimagrire. Oltre che aiutare ad eliminare gli scarti metabolici bevendo si attivano quei meccanismi metabolici di produzione di calore con dispendio energetico. Inoltre ha un alto indice di sazietà.

Bere acqua gassata non fa male. Diciamo che ha delle controindicazione per tutti coloro che soffrono di acidità di stomaco, reflusso gastroesofageo, gastrite e ulcere gastriche poiché l’anidride carbonica in essa contenuta stimola la secrezione dei succhi gastrici. È controindicata anche a coloro che soffrano di gonfiori addominali in quanto, a causa dell’elevato contenuto in anidride carbonica, si può avere dilatazione gastrica e gonfiore addominale. In tutti gli altri casi non crea problemi.

Il cloro è un potente agente ossidante, sbiancante e disinfettante: da molti anni viene usato nell’acqua potabile per sterminare gli agenti patogeni. Il cloro presenta però, come molte sostanze utili, anche delle controindicazioni, se utilizzato in eccesso. Questo ha spinto l’OMS ad analizzare le conseguenze a lungo termine della presenza del cloro nell’acqua sulla salute dell’uomo e a definire poi dei valori parametri di sicurezza per l’acqua potabile. Ricordiamo in ogni caso che il cloro essendo un  potente Ossidante  distrugge le vitamine C e E , inoltre alcuni cibi, se combinati acqua trattata con cloro, possono sviluppare delle sostanze cancerogene, trasformandosi nel peggior nemico per il nostro organismo. Non solo frutta e verdura, ma anche prodotti di soia, bevande come il tè e alcuni tipi di farmaci sono soggetti a queste mutazioni, formando questi pericolosi composti.
I nitrati sono nocivi per la nostra salute? Perché?
I nitrati sono normalmente presenti nelle acque, anche in quelle potabili, e in molti alimenti. Di per sé non sono tossici: solo se convertiti in nitriti possono dare vita a composti che sono ritenuti cancerogeni. In Italia, il contenuto di nitrati nelle acque potabili è per legge inferiore a 50 mg/L, concentrazione ritenuta non dannosa.

L’acqua è dunque il nostro principale alimento e fonte di energia: pertanto è importantissima la sua qualità. Innanzi tutto un acqua, per soddisfare tutte le funzioni necessarie al nostro organismo, deve avere determinate caratteristiche chimiche e energetiche: non deve contenere sostanze tossiche per il nostro corpo e deve essere “viva”. Per mantenersi “viva”, l’acqua ha bisogno di movimento (e bassa temperatura o campo magnetico adeguato) che consenta alle sue molecole di restare cariche e quindi polarizzate. Ovviamente queste non sono caratteristiche dell’acqua in bottiglia, ma dal canto suo abbiamo ampiamente parlato delle problematiche legate all’acqua potabile. Concludendo minerale o potabile che sia, ognuna nasconde degli scheletri nel proprio armadi!

L’Accademia Nazionale delle Scienze ha stabilito che l’adeguato apporto quotidiano di acqua è pari a 3,7 l per gli uomini e 2,7 l per le donne. Tuttavia, l’assunzione giornaliera di acqua varia notevolmente per i singoli e tra gruppi

In alcune zone d’Italia l’acqua di rubinetto può essere particolarmente ricca di sali di calcio e magnesio che determinano quella che viene definita “durezza” quindi potrebbe aver bisogno di trattamenti che ne migliorino le caratteristiche chimico-fisiche. In ogni caso è bene ricordare che l’acqua del rubinetto, prima di arrivare nelle nostre abitazioni, viene sottoposta a dei trattamenti, che variano di zona in zona, affinché risulti potabile e rispetti i parametri di legge. Nonostante il buon lavoro degli acquedotti, gli inquinanti che si possono trovare nell’acqua potabile sono comunque moltissimi: sebbene, però, essi siano entro i limiti di legge, ci sono e non sono salutari. Tra questi sono comuni il cloro, che viene utilizzato come battericida a basso costo, o i residui dovuti alle condizioni delle tubature.
Per questo motivo il Ministero della Sanità ha approvato le apparecchiature per affinare l’acqua, che oltre a garantire che sia depurata dal cloro, derivati e ruggine mettono in atto una serie di processi per rendere l’acqua di maggior qualità tutelando l’organismo ed evitando l’ingestione di micro particelle nocive come metalli pesanti che a lungo andare possono avere conseguenze negative sulla nostra salute.

L’effetto saziante dell’acqua è legato alla dilatazione gastrica che si ha dopo la sua ingestione.

L’acqua microfiltrata è depurata da cloro e derivati, ruggine, pulviscoli, e non privata di sali minerali. Quella depurata con osmosi inversa non contiene la quasi totalità delle sostanze disciolte nell’acqua, riusciamo ad ottenere un’acqua davvero pura.

Non esiste alcun tipo di conferma scientifica al fatto che l’acqua addizionata con anidride carbonica dia problemi all’organismo, anzi la presenza di anidride carbonica rende l’acqua frizzante più sicura da un punto di vista igienico per l’azione batteriostatica svolta dalla CO2.

In realtà per quanto riguarda le acque commercializzate non possiamo parlare di acque benefiche, possiamo dire che sono più gradevoli e con un contenuto di sali più controllato rispetto all’acqua di rubinetto. Ricordiamo che l’acqua è vita e come tale deve essere viva, cioè acqua corrente, invece l’acqua in bottiglia può essere dichiarata tale solo alla fonte, poi imbottigliata e trasportata molto spesso in condizioni sfavorevoli ( ad. esempio temperature alte), e stoccata in condizioni non meno sfavorevoli non ci porta a dire che sia viva!. Inoltre a volte potrebbe contenere molti più contaminanti di quella di rubinetto. La legge tollera limiti più alti. Le analisi chimico-batteriologiche possono essere eseguite – per legge – anche una sola volta ogni cinque anni e da recenti inchieste giornalistiche emerge una qualità media accettabile, ma vi sono in commercio alcune acque in bottiglia che per i valori di nitrati o di arsenico sono sconsigliate ai bambini!

Avvalersi di un sistema di purificazione a microfiltrazione sicuramente darà un’acqua più salubre e buona al palato.
Per quanto riguarda un impianto a osmosi inversa darà qualche vantaggio in più: raggiungimento dei valori ottimali di pH gastrico; migliora la digestione; migliora l’attività renale. Queste acque hanno, però, particolari indicazioni per l’uso.

L’acqua è importante per rimuovere le scorie, se non si beve abbastanza l’organismo è costretto a riciclare acqua sporca e, ovviamente, tutte le sue funzioni ne risentiranno.

Il piombo è un materiale resistente  e duttile, utilizzato fin dal passato per costruire tubature utili alla distribuzione  di  acqua. A  partire dagli anni sessanta circa, nuove  normative e nuove tecniche o materiali ne hanno, però,
ridotto l’utilizzo nelle reti di distribuzione dell’acqua destinata al consumo umano. Questo perché vari studi scientifici hanno messo in evidenza che se la quantità di piombo assorbita è minima quest’ultimo non viene metabolizzato ma in larga parte escreto attraverso le urine, solo un 20% rimane all’interno del nostro organismo. Se, però, l’esposizione è costante o la concentrazione del piombo è maggiore, si hanno fenomeni di accumulo che possono provocare una vasta gamma di effetti biologici che comprendono problemi nella sintesi di emoglobina (anemia), problemi ossei, problemi sui reni, sul tratto gastrointestinale, sul sistema riproduttivo e danneggiamento acuto o cronico del sistema nervoso. Attualmente l’utilizzo di piombo nei materiali a contatto con l’acqua destinata a consumo umano è rigorosamente disciplinato al fine di limitare i rischi di contaminazione delle acque Infatti generalmente, le acque rifornite dal gestore del servizio idrico contengono livelli di piombo significativamente  inferiori  a 10 microgrammi/litro (μg/litro) limite di legge vigente dal 26 dicembre 2013.

La bollitura non elimina gli elementi chimici o le scorie inquinanti, l’acqua portata ad ebollizione evapora lasciando i depositi sedimentari, quindi i cibi preparati con quell’acqua (come la pasta, le verdure, il brodo..) assorbono gli elementi nocivi.

Nel processo omeopatico, il principio attivo di una sostanza è diluito in acqua milioni di volte, tanto da non contenere più una sola molecola del principio attivo, il quale, secondo tale teoria, resterebbe memorizzato nell’acqua. Quindi nella medicina omeopatica si utilizza la capacità dell’acqua di memorizzare o ‘ricordare’ una data informazione con la quale entra in contatto

È una domanda abbastanza complessa perché l’acqua ideale da bere sarebbe quella che sgorga dal rubinetto (che sarebbe un’acqua viva, in continuo movimento, se non ci fossero le autoclavi). Occorrerebbe, però, controllare che l’acqua abbia le stesse caratteristiche organolettiche riscontrate dagli esami fatti alla fonte che tutti gli acquedotti pubblici dovrebbero esibire. Purtroppo anche se si facessero questi controlli occorre tener presente che l’acqua prima di arrivare nelle nostre case fa molta strada e molto spesso le condutture non sono in buone condizioni!  Per quanto riguarda le acque imbottigliate la situazione cambia non è uguale per tutti ma dipende dalla particolare situazione in cui il soggetto si trova.

L’acqua costituisce l’80% del peso corporeo nel neonato e nei primi anni di vita, quindi un contenuto più alto di quello di un adulto che però non lo protegge dalle perdite improvvise, perché in questo periodo ha un ricambio dell’acqua cinque volte più rapido di quello dell’adulto ed una riserva di acqua immediatamente utilizzabile proporzionalmente più scarsa. Ne deriva che il bambino deve bere regolarmente e deve bere di più nei periodi caldi, durante l’estate, e negli ambienti riscaldati, come a scuola, e quando fa sport.
Nei neonati un adeguato apporto idrominerale è indispensabile per coprire i fabbisogni e soddisfare le esigenze di crescita: l’acqua minerale è più adeguata delle acque potabili (per il rischio di inquinamento  o contaminazione) a soddisfare questa esigenza. Un bambino in fase di crescita ha bisogno inoltre di molti sali minerali che sono
contenuti in diversi alimenti, tra cui l’acqua: a questo scopo sono consigliabili acque con residuo fisso compreso tra 250 e 500 mg/l, oppure acque con residuo fisso più elevato con le caratteristiche di un’acqua bicarbonato-calcica e con una equilibrata presenza di mineralizzazione. Le acque bicarbonato-calciche sono particolarmente utili nei casi di una inadeguata assunzione di calcio attraverso la dieta, come ad esempio nei bambini con IPLV (intolleranza alle proteine del latte vaccino). Un’acqua ricca di microelementi essenziali per la crescita come calcio, magnesio e fluoro, elementi fondamentali per lo sviluppo della struttura ossea e dei denti, è adatta ai neonati e ai bambini e proprio per queste sue proprietà chimico-fisiche, può essere indicata si a per diluire il latte nel biberon sia per dissetare il bimbo ed è consigliata nelle pappe durante lo svezzamento, proprio per integrare l’apporto di calcio.

Anche gli adolescenti e i giovani vivono una fase di crescita in cui l’organismo ha bisogno di un costante apporto di
sali minerali, come calcio, magnesio e fluoro. È fondamentale soddisfare queste necessità giornaliere per consentire il
raggiungimento del picco di massa ossea: proprio durante la fase dell’adolescenza si deposita infatti il 45% del calcio corporeo totale. Oggi nei Paesi industrializzati si riscontra spesso nelle ragazze e nelle giovani donne una carente assunzione di calcio con la dieta, dovuta principalmente ad errori alimentari. Inoltre la maggior parte degli adolescenti pratica attività sportiva, spesso anche a livello agonistico, e ha dunque bisogno di un consistente apporto di
sali minerali. Durante allenamenti o gare molto faticose si possono perdere fino a 2-3 litri di acqua attraverso il sudore.Quando l’organismo si trova in “riserva  d’acqua” invia segnali ben precisi, il più semplice dei quali è la sete: se in quel momento le scorte di liquidi e di sali minerali  perduti non sono rimpiazzate rapidamente, possono esserci serie conseguenze, dai semplici crampi fino alle vertigini. La bevanda migliore da assumere in queste circostanze è proprio l’acqua, meglio non gassata e non eccessivamente fredda. Sono da preferire inoltre quelle “medio minerali” bicarbonato-calciche con basse concentrazioni di sodio: oltre a reintegrare la perdita di liquidi e dei sali dovuti alla  sudorazione, tamponano “l’acidosi” che determina la fatica muscolare (e la formazione di acido lattico) e assumono il valore di un vero nutrimento, grazie alla presenza di calcio in forma facilmente assimilabile

Durante il periodo della gestazione l’organismo modifica i propri meccanismi funzionali per adattarsi al nuovo stato
fisiologico determinato dall’aumento del metabolismo basale, dalla variazione dei parametri endocrino-metabolici e da
variazioni delle funzioni digestive. È emerso in numerosi studi che nelle donne in gravidanza si riscontra un elevato assorbimento di calcio, ferro e vitamina B12 come conseguenza delle aumentate necessità metaboliche: fin dall’
inizio della gestazione il fabbisogno fisiologico di questi elementi aumenta di  400 mg al giorno rispetto alla norma.
È quindi utile raccomandare per tutto  il periodo della gravidanza la somministrazione di due litri d’acqua al giorno con composizione controllata, nota e batteriologicamente pura che risulti classificata, in base al suo residuo fisso, come un’acqua “a media mineralizzazione”, preferendo le acque definite calciche per l’intenso utilizzo del calcio durante la gestazione. Il calcio, infatti, è un minerale che ricopre un ruolo fondamentale nel periodo della gravidanza, in quanto è particolarmente importante per lo sviluppo scheletrico del bambino, quindi del calcio viene sottratto a quello che serve alla mamma. Per cui una carenza di questo minerale diventa dannosa non tanto per lo sviluppo del bambino, quanto per la madre. Inoltre un basso contenuto di sodio aiuta ad evitare la ritenzione idrica e le sensazioni di gonfiore e pesantezza frequenti nella gravidanza e durante l’allattamento.

In età adulta l’organismo lavora per mantenere il capitale di calcio accumulato stabile. Quando nella donna si verifica un ridotto apporto di calcio vengono subito intaccate le riserve scheletriche al fine  di mantenere invariata la calcemia, e
quindi la conduzione degli stimoli nervosi e la contrattilità muscolare.
Nelle donne oltre i 60 anni l’assorbimento gastrointestinale è ridotto di circa il 50% rispetto alle donne giovani. Anche l’attività enzimatica renale, che produce metaboliti attivi della vitamina D, è ridotta. Quindi è importante valutare la biodisponibilità del calcio negli alimenti che compongono la dieta quotidiana per garantire un corretto apporto giornaliero di tale elemento. L’acqua gioca in questa fase un ruolo fondamentale in quanto elemento indispensabile che garantisce l’apporto di sali minerali necessari per i processi biochimici dell’organismo umano. In particolare sono adatte a questo scopo le acque bicarbonato-calciche, ricche di calcio e povere di sodio.

L’arsenico è un elemento chimico che si trova su alcune rocce legato ad altri minerali. Quando l’acqua potabile, proviene da zone di origine vulcanica, è ricca in arsenico. L’assunzione di arsenico per lunghi periodi possono esercitare effetti cronici tossici che riguardano la pelle, alterazioni gastrointestinali, cardiovascolari, polmonari, neurologiche e immunologhe, anemia e alterazioni delle funzioni riproduttive e dello sviluppo. Se assunto in quantità superiori ai 200µg ha effetti gravi sulla salute, anche cancerogeni. La legge obbliga i produttori delle acque in bottiglia a rispettare lo stesso limite di concentrazione vigente per le acque per il consumo umano (10 μg/l). Purtroppo questi limiti non sono sempre rispettati e capita che diverse regioni italiane (Emilia, Lombardia, Alto Adige, Campania, Toscana e Lazio) superino tale limite, e ne consegue un rischio per la salute dei cittadini di tali zone.

Non ci sono molti studi sulle controindicazioni legate all’utilizzo dell’acqua in bottiglia, possiamo dire che le controindicazioni sono soprattutto legate alla plastica della bottiglia per gli ftalati composti chimici ampiamente utilizzati nella produzione della plastica e che sono interferenti endocrini e bisfenolo A o BPA una sostanza chimica che squilibra gli ormoni.

Chi pratica sport dovrebbe prestare particolare attenzione all’idratazione del proprio corpo: durante l’attività fisica, infatti, disperdiamo, attraverso il sudore, acqua, sali minerali e altre sostanze in quantità ridotte. Questi elementi vanno presto reintrodotti, mantenendo un corretto livello di idratazione dell’organismo. Bere serve anche ad aumentare il tono muscolare, con la giusta quantità di acqua i nostri muscoli saranno più energici e saranno meno soggetti a crampi e affaticamento. L’ipoidratazione combinata allo sport può compromettere la nostra capacità di completare gli esercizi. In ambiente caldi e umidi, le conseguenze possono essere anche gravi: il sudore, in queste condizioni, non evapora abbastanza in fretta, la temperatura corporea sale eccessivamente e nei casi più estremi può persino arrivare a danneggiare gli organi vitali, cervello compreso.

Negli anziani l’equilibro idrico è un fattore importante nell’omeostasi dell’organismo. In generale possiamo affermare che l’anziano non è capace di risparmiare acqua e va facilmente incontro a situazioni di disidratazione con relativi problemi di ipovolemia (diminuzione della parte liquida del sangue), specie in presenza di febbre e di restrizioni di liquidi. Poiché gli anziani col passare degli anni perdono il senso della sete, mentre l’esigenza di acqua da parte dell’organismo non diminuisce, sono più esposti a disidratazione. Lo stato di disidratazione negli anziani può compromettere il corretto funzionamento cerebrale. È utile che le persone anziane senza particolari problemi di salute bevano in abbondanza acqua minerale naturale, prevalentemente calcica o bicarbonato-calcica, in modo da assicurare un’adeguata idratazione pur senza un eccessivo impegno renale. Per quanto riguarda la quantità di acqua necessaria parliamo più o meno di 1 litro e mezzo circa.

L’acqua minimamente mineralizzata, trova applicazione in tutte le situazioni morbose come nella flogosi delle vie urinarie, nella calcolosi renale e negli stati iper uricemici. Una conseguenza diretta dell’azione diuretica è il rinforzo dell’eliminazione di sostanze quali: azoto ureico, acido urico, acido ossalico e cloruro di sodio. Risultano evidenti i benefici estetici che ne conseguiranno: una pelle più idratata, la ritenzione idrica via via che scompare, microcircolazione/cellulite efficacemente tenuti sotto controllo.

Gli svantaggi delle acque dure riguardano soprattutto le tubature, gli impianti termici, le caldaie, gli elettrodomestici e le rubinetterie, che devono essere trattati con prodotti specifici che limitano l’accumulo di calcare. Quindi il calcare è nocivo, ma più per l’ambiente domestico che per la nostra salute. Certo, però, ostruisce i pori e rende la pelle secca. L’acqua calcarea non è adatta per lavare la pelle del viso o gli stessi capelli.

Le acque destinate al consumo umano devono essere salubri e pulite. Non devono contenere microrganismi e parassiti, ne’ altre sostanze, in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana. Per assicurare ciò le attuali norme, recepite a livello di Comunità Europea, definiscono i requisiti di potabilità attraverso il monitoraggio di numerosi parametri, per ognuno dei quali è stato fissato un limite di concentrazione. In particolare il D.Lgs 31/2001 (attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano), con le sue successive modifiche ed integrazioni, prevede il controllo di 53 parametri, così suddivisi:
2 parametri microbiologici (5 per le acque messe in vendita in bottiglia o in contenitori);
28 parametri “chimici”, riguardanti elementi indesiderabili e tossici, per i quali sono fissati limiti imperativi di concentrazione (salvo concessione di deroghe);
21 parametri “indicatori”, riguardanti elementi caratterizzanti, per i quali sono stabiliti valori consigliati che non dovrebbero essere superati;
2 parametri di radioattività.

Le acque sono ricche di minerali inorganici, non assimilabili dal nostro corpo e che per questo sono causa di accumuli e cattivi funzionamenti.

Avremo i sintomi soprattutto in caso di iperidratazione legata a patologia:
disordine del ritmo cardiaco;
sviluppo di edema;
intossicazione del corpo, vomito, diarrea;
disturbi psiconeurologici: convulsioni, apatia, alterazione della coscienza, letargia.

I valori di ph vanno da 0 a 7 per l’acidità e da 7 a 14 per la basicità. Il valore intermedio 7 rappresenta una soluzione acquosa neutra.

Con il termine “organolettico” ci si riferisce a tutto ciò che è capace di eccitare un ricettore sensoriale. Le caratteristiche organolettiche dell’acqua riguardano il colore, il sapore, l’odore e la torbidità.

Acqua potabile: dovrebbe essere un’acqua naturale con residuo fisso a 180° C di circa 500 mg/l (medio minerale), limpida, incolore, di sapore gradevole.
Acqua da bere: acque purificate e affinate.
Acqua di sorgente: sono state inizialmente introdotte nel comparto delle acque in boccioni approfittando del fatto che alle acque minerali sono precluse le confezioni superiori a due litri.
Acqua minerale: ha origine da una falda o da un giacimento sotterraneo, contiene vari minerali, come i sali e composti di zolfo. Non subiscono alcun genere di trattamento e devono, per legge, essere imbottigliate così come sgorgano dalla fonte.

Trasporto di nutrienti e metaboliti: trasporta alle cellule le sostanze nutritive, ed allontana i prodotti di rifiuto.
Protezione dell’equilibrio corporeo: le cellule, i tessuti e gli organi vivono “immersi” nei fluidi corporei, e la stabilità della composizione di tali fluidi è fondamentale ai fini del mantenimento delle caratteristiche chimiche e fisiche dell’ambiente interno.
Regolazione della temperatura corporea: la grande capacità termica propria dell’acqua è in grado di minimizzare le variazioni di calore.

L’acqua potabilizzata può ancora trasportare sia microrganismi derivati da contaminazioni esterne o che sono stati in  grado di sopravvivere ai processi di trattamento delle acque, sia microrganismi che fanno parte della normale flora ambientale naturale, presenti quindi in assenza di qualsiasi tipo di contaminazione. Uno dei microrganismi più rappresentato come contaminante fecale è l’Escherichia coli, in genere enterobatteri, presenti nel microbioma intestinale. Altri indici di contaminazione fecale sono gli enterococchi (o streptococchi fecali) e i clostridi  solfito-riduttori (spore). In ogni caso se in un’acqua potabile vengono rilevati questi microrganismi, si presume la presenza anche di microrganismi patogeni quali: Salmonelle, enterovirus, virus dell’epatite A, di protozoi e uova ossiuri (tenie, ascaridi).

Il valore pH ideale di un’acqua potabile secondo il Decreto Legislativo 31/2001 sono nel range 6,5 – 9,5, con valori guida consigliati nel range 6,5 – 8,5 (DPR 236/88). Tali valori sono stati scelti sulla base delle dichiarazioni ell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che nello specifico considera il pH dell’acqua (compreso nell’intervallo 6,5 – 8,5) un importante parametro di valutazione della qualità dell’acqua.

Il bilancio dei liquidi durante uno sport è molto importante. Un’idratazione efficace, influisce favorevolmente sulla performance e permette un recupero molto più rapido, specie dopo sforzi intensi. Non esiste uno schema standard da seguire per ottenere una adeguata reidratazione dopo sforzo fisico; la frequenza e il volume di liquidi da bere dipende infatti da molteplici fattori, tra cui la durata e l’intensità dell’esercizio, le condizioni ambientali in cui l’esercizio viene svolto e  le caratteristiche del soggetto. Se a questo si aggiunge il fatto che  la variabilità individuale è ampia, si
capisce bene come la strategia ottimale deve essere modulata sulla base del tipo di sforzo, della disciplina sportiva, del tipo di impegno (amatoriale, agonistico, professionistico) e delle caratteristiche dell’atleta.

È ovvio che se ricorriamo alle acque in bottiglia per bere, non dovremmo utilizzare l’acqua del rubinetto nemmeno per lavare frutta e verdura e neanche per cucinare. È effettivamente un controsenso perché comunque mangiamo quell’acqua! Rimane sempre il problema cloro o più che altro il problema dei composti chimici che si creano per reazione del cloro (estremamente reattivo) con altre sostanze presenti nell’acqua, e la durezza dell’acqua.

Sapevi che... : curiosità e consigli sull'acqua (16)

Non tutte le sostanze evaporano. Facciamo un esempio: se dovessi mettere delle pietre dentro una pentola con dell’acqua e dovessi portarla ad ebollizione, le pietre evaporerebbero? No. Infatti Le pietre rimarrebbero nella pentola. Le sostanze nocive e i residui sono da considerarsi come le pietre che rimangono nella pentola e che quando cucini si attaccano alla pasta e agli alimenti. Pertanto non è consigliabile cucinare con l’acqua del rubinetto ma bensì con un’acqua filtrata.

La scelta della tipologia, del modello, l’installazione e la regolazione al momento dell’acquisto devono essere fatti con criterio, affidandosi all’esperienza delle aziende del settore che possano garantire competenza e assistenza, in modo da ottenere il massimo beneficio dall’utilizzo di queste tecnologie in termini di qualità dell’acqua prodotta e distribuita.

I benefici di un’acqua affinata dagli erogatori ad osmosi sono innegabili ma purtroppo a volte assistiamo a servizi televisivi negativi sull’argomento. Un famoso servizio negativo fu realizzato dalla trasmissione “le Iene” e dopo una settimana la stessa trasmissione mandò in onda un servizio che smentiva il precedente.

A volte però i servizi che spesso vediamo in tv criticano i sistemi di vendita poco etici. Bisogna dire infatti, che nel settore degli erogatori d’acqua domestici, sono presenti veri e propri “approfittatori” che sfruttando la buona fede del consumatore, o l’ignoranza, propagandano dati “scientifici” totalmente inventati. In alcune vendite si assiste a venditori che parlano di presunte malattie connesse all’acqua potabile che utilizzano strategie di vendita truffaldine o poco etiche, quali la notizia dei “nitrati nell’acqua che causano il cancro” che è chiaramente una bufala. Il tutto per farti acquistare un depuratore d’acqua a volte di scarsa qualità e anche se non ne hai veramente bisogno. Come in tutte i campi bisogna stare attenti alle truffe, ai prezzi gonfiati e ai venditori furbacchioni.

Questo non significa che tecnologie come l’Osmosi Inversa non siano utili, né che l’acqua del rubinetto sia sempre di qualità, infatti il Decreto del Ministero della Salute N. 25/12 sul trattamento acqua potabile autorizza e delinea l’uso corretto di questi impianti, della loro manutenzione ed installazione, specificandone i limiti.

Chiamando il numero verde 800 141013 puoi prenotare una consulenza assolutamente gratuita e senza impegno con un nostro incaricato che potrà aiutarti a rispondere a qualunque domanda riguardante l’acqua e potrà aiutarti a risolvere qualunque esigenza per te e la tua famiglia.

Cos’è la manutenzione obbligatoria degli erogatori d’acqua?

Gli erogatori d’acqua trattano l’ acqua destinata ad essere bevuta e per questo è necessaria una corretta manutenzione. Lo stesso Ministero della Salute ha stabilito che tutti gli impianti di trattamento e affinamento dell’acqua hanno bisogno di una regolare manutenzione per essere a norma.
Questo è importante perché all’interno degli erogatori sono presenti dei filtri che si consumano e perdono le loro capacità con il tempo o il passaggio dell’acqua. Pertanto la manutenzione degli impianti ad osmosi inversa deve essere fatta secondo le specifiche indicate dalla casa costruttrice e attraverso dei tecnici specializzati.

Acquistare un erogatore o un addolcitore da Acquasmart srl o in un centro commerciale è completamente diverso. Acquasmart srl non ti abbandona dopo l’acquisto. Con noi avrai il tuo nuovo erogatore o addolcitore installato direttamente a casa tua e pronto per l’uso. Per ogni necessità, dubbio o informazione, hai a disposizione un numero verde 800 141013 attivo h24 e quindi anche di notte, e la nostra assistenza è assicurata da una rete, di tecnici esperti nel settore, collaudata da anni di esperienza. Inoltre Acquasmart srl seleziona, per i propri clienti, i prodotti migliori presenti sul mercato, partecipando ai processi di progettazione ed evoluzione degli stessi in base alle esigenze che ogni giorno noi raccogliamo con il nostro rapporto diretto con i clienti.

Gli erogatori e gli addolcitori hanno funzioni diverse. Gli erogatori migliorano la qualità dell’acqua da bere e si installano in prossimità del lavello della cucina. Se il problema da risolvere è solo togliere il calcare e preservare elettrodomestici, caldaie, tubazioni, allora bisogna ricorrere agli addolcitori che si installano dopo il contatore generale e quindi a monte dell’impianto idrico. Gli addolcitori sono in grado di ripulire dal calcare l’intero impianto idrico della propria abitazione o del proprio locale commerciale. Gli addolcitori pur non trattandosi di impianti progettati per migliorare le proprietà organolettiche dell’acqua da bere non ne alterano la potabilità.

Per scegliere il giusto depuratore d’acqua bisogna conoscere la qualità dell’acqua che esce dal rubinetto e, soprattutto, questa scelte dipende dal tipo di acqua che si vuole ottenere! Non esiste il “depuratore modello” che vada bene per tutti. Es: se l’acqua del rubinetto di casa tua non è particolarmente “pesante” è più che sufficiente una microfiltrazione. Un buon erogatore ti può dare acqua fredda e frizzante di altissima qualità e a basso costo che puoi scorrere direttamente dal rubinetto di casa tua. Se invece l’acqua del rubinetto è molto pesante, dura, con rischio di falde inquinate o vuoi un’acqua minimamente mineralizzata, allora l’osmosi inversa, che è il metodo più potente di filtrazione, può essere la soluzione valida.

Infatti con un impianto ad osmosi si può ottenere un’acqua leggerissima, minimamente mineralizzata (tipo acque di montagna, Levissima, Sant’Anna, ecc). Se l’acqua di rubinetto ha un residuo fisso molto alto (superiore a 3-400 mg/litro), l’osmosi inversa è utile per diminuirlo drasticamente e ottenere un’acqua oligominerale o minimamente mineralizzata.

Inoltre con i depuratori d’Acqua Domestici puoi anche ottenere un’acqua già refrigerata e gassata direttamente dal rubinetto di casa secondo i tuoi gusti.

Bisogna altresì considerare che se il residuo fisso è già medio o basso l’osmosi inversa è totalmente inutile e potrebbe invece fornire un’acqua troppo demineralizzata.

Tutte queste informazioni ed risposte più esaustive le puoi ottenere consultando un consulente di Acquasmart srl che potrà chiarire ogni dubbio sui vari dispositivi di erogazione.
Contattaci al numero verde 800 141013 per avere maggiori informazioni o una consulenza specifica.

In molti comuni la soglia di alcune sostanze nocive disciolte nell’acqua viene superata. Quindi l’acqua non è del tutto potabile. In questo caso forniscono acqua considerata “potabile” solo in base a deroghe di legge. In pratica i comuni richiedono di elevare “temporaneamente” i livelli massimi della sostanza nociva disciolta. Con queste premesse tipicamente “italiane” chi ci garantisce che l’acqua di rubinetto del nostro comune sia sempre sicura e potabile?

Inoltre l’inquinamento è più veloce dei nostri legislatori e di quanto i controlli riescano a “filtrare”. In Italia, per esempio non esiste ancora un chiaro limite sui trialometani, sostanze nocive e alcune cancerogene. L’ inquinamento dell’acqua è data anche dallo stato delle tubature, specie quelle delle nostre abitazioni, che con il passare del tempo si deteriorano rilasciando sostanze nocive.

Un altro motivo per installare un erogatore nella propria abitazione è dato proprio dal voler migliorare il sapore dell’acqua del rubinetto che il più delle volte è rovinato proprio da quelle sostanze, come ad esempio il cloro, che vengono utilizzate per garantire la potabilità dell’acqua

In base alle leggi italiane l’acqua arriva già potabile nelle nostre case attraverso le condutture dell’acquedotto pubblico. La depurazione dell’acqua consiste nel ridurre o eliminare dall’acqua ciò che è dannoso per uso umano ed è un processo che compete solo agli acquedotti calibrando le sostanze disciolte nell’acqua in base alle quantità massime permesse. Queste quantità sono stabilite dalle Linee Guida emesse dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità, Comunità Europea e Ministero della Sanità. Quello che impropriamente chiamiamo “depuratore d’acqua” è in realtà un “impianto di trattamento ed affinamento acqua al punto d’uso”.
Allora perché installarlo? I motivi sono vari e possono essere riassunti in termini di miglioramento della potabilità dell’acqua, eliminazione di sostanze nocive, miglioramento del gusto. Per chi poi già acquista le bottiglie dal supermercato vi è un maggior comfort ed un forte risparmio economico.

Non sempre potabilità significa qualità. A volte, per esempio, le sostanze che si immettono nell’acqua per renderla potabile possono alterarne il gusto. Un esempio è il cloro che si immette nell’acqua per preservarla dai batteri. Inoltre lungo le tubazioni l’acqua accumula impurità, a volte passa in tubi di piombo o amianto molto vecchi. La qualità che l’acqua può avere all’uscita dell’acquedotto potrebbe non arrivare fino alle nostre case. L’acquedotto pubblico garantisce i valori solo in uscita sino alle nostre abitazioni. Ma cosa succede sino al rubinetto della nostra cucina? Quindi è abbastanza normale che l’acqua di rubinetto sia considerata di gusto mediocre o “non buono” anche se potabile. Proprio per questo molte persone preferiscono bere acqua in bottiglia con un aumento dei costi e dei pesi da portare.

Tutte le plastiche rilasciano piccole dosi di sostanze tossiche. Le bottiglie in plastica sono realizzate in un particolare materiale che si chiama PET (polietilentereftalato). Il PET è una materia plastica leggera che ad alcune temperature però può rilasciare alcune sostanze che possono migrare nell’acqua. Tra queste sostanze troviamo l’Acetaldeide e la Formaldeide; composti volatili, cancerogeni e genotossici, l’Antimonio e il Benzofenone, possibili cancerogeni e il Fenantrone che è un idrocarburo. La loro concentrazione aumenta di oltre 9 volte se la temperatura viene alzata da 20 a 30 gradi, e quasi 4 volte se l’acqua viene mantenuta nella bottiglie per oltre 3 mesi.
Viene quindi naturale chiedersi cosa succede quando le bottiglie d’acqua vengono trasportate dai camion, dove le temperature raggiungono oltre 50 gradi, quando vengono lasciate in macchina al sole per tutto il giorno oppure quando vengono stoccate nei depositi dei supermercati per mesi interi.

Innanzitutto con un erogatore di acqua puoi avere la tua acqua come la desideri sempre a portata di rubinetto. Per questo motivo non dovrai più caricarti i pesanti fardelli d’acqua con il rischio di rimanere senza. Inoltre l’acqua del supermercato la usi solo per bere mentre quella dell’erogatore la puoi usare per cucinare e per lavare le verdure. Chiediti? Se non bevi l’acqua del rubinetto perché la mangi?

Acquasmart prezzo

I prezzi variano in funzione del sistema di filtrazione e se si tratta di un impianto che refrigera o gasa l’acqua trattata. Sicuramente, però, costa molto meno di acquistare l’acqua in bottiglia dal supermercato. Infatti la spesa di un erogatore viene ammortizzata in un paio di anni mentre la spesa dell’acqua in bottiglia dura tutta la vita senza contare i gli svantaggi di comodità e salute che ne derivano. Come si sa la comodità e soprattutto la saluta non hanno prezzo!

Un erogatore di acqua è un elettrodomestico e come tale gode della garanzia secondo la legislazione vigente (Codice del Consumo D.lgs. n. 206 del 6/09/05 in recepimento della Direttiva 1999/44/CE). Tale garanzia è della durata di due anni, che decorrono dalla consegna del bene, e copre i difetti esistenti al momento della consegna, vale a dire i difetti originari del prodotto che si manifestano nell’arco dei 24 mesi, con esclusione, quindi, di quelli sopravvenuti (ad es. dovuti all’uso, a mancata o cattiva manutenzione, a sostituzione di pezzi di ricambio non originali, materiali di consumo ecc.).
Inoltre la garanzia impone precisi obblighi al venditore riguardanti difetti che derivano dall’imperfetta installazione (detto difetto di conformità del bene), quando questa è compresa nel contratto di vendita ed è stata effettuata dal venditore o sotto la sua responsabilità.

Allo scadere due anni, chi acquista un bene dalla nostra società, Acquasmart srl, non viene abbandonato! Acquasmart srl garantisce un servizio di assistenza e manutenzione professionale e specializzato in tempi brevi chiamando il numero verde 800 141013 disponibile H24.

Assolutamente no! Per definizione un dispositivo medico è uno strumento utilizzato in medicina per finalità diagnostiche e/o terapeutiche. Un depuratore d’acqua domestico ricade sotto le direttive del Ministero della Salute che delinea come devono essere fatti per essere a norma, ma nonostante ciò, i depuratori d’acqua o impianti di trattamento acqua non hanno niente a che fare con la guarigione, la prevenzione o la cura di nessuna malattia.