L’importanza dell’acqua:

Tutto quello che devi sapere sull’acqua e la sua importanza per il nostro corpo e il nostro benessere

Leggi gli approfondimenti de nostri esperti!

Dott.sa Maria Cesaria

Laureata in SCIENZE BIOLOGICHE nel 1982, specializzata in MICROBIOLOGIA, con master in dietologia e nutrizione umana, perfezionata in HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points, sicurezza alimentare) e vision 2000.

http://www.cesariamaria.it

A. Carlino – Assistenza Tecnica 

Pilastro del team tecnico Acquasmart srl, ha installato più di 500 impianti. La passione e l’impegno, sono testimoniati dalla soddisfazione dei clienti e dalla competenza acquisita con lo studio delle tecnologie di affinamento degli impianti di trattamento acque.

Dott. Domenico Garzone

Chimico, con esperienza pluriennale in laboratorio di analisi chimiche di vario genere: ambientale e merceologico, esperto in tutela e qualità delle acque. Iscritto all’ Ordine dei Chimici e dei Fisici della provincia di Bari.

Valerio – Portavoce Acquasmart srl

Inviato nei programmi radio è la voce di Acquasmart srl. Coniuga una grande esperienza commerciale, con gli studi, in SCIENZE INFERMIERISTICHE all’università del SACRO MILITARE ORDINE CAVALERI DI MALTA, che gli permettono di interpretare al meglio le esigenze delle varie tipologie di clienti.

Acqua : è questione di chimica! (36)

Lasciar bollire l’acqua per un certo periodo di tempo, potrebbe essere utile per renderla microbiologicamente pura, eliminare sostanze volatili (come alcune sostanze organiche), il cloro attivo residuo usato per la sterilizzazione. Risulta del tutto inutile per eliminare elevate concentrazioni di sali, calcare o eventuali metalli pesanti. Quindi se bollire l’acqua può essere utile per eliminare eventuali microorganismi, è assolutamente inutile per quanto riguarda sostanze chimiche che con la bollitura vengono addirittura rese più concentrate e quindi più pericolose. I cibi cotti nell’acqua inquinata assorbono gli inquinanti che essa contiene proprio come assorbe il sale da cucina che aggiungiamo all’acqua per cucinare.

 L’acqua viene continuamente contaminata a livello di falda, a livello di sorgente montana ecc… a causa dei gas tossici emessi da industrie e mezzi di trasporto inquinanti oppure da inquinamento dei suoli a causa di abbandono illecito di rifiuti e successiva percolazione nelle falde acquifere. Inoltre una gran parte della responsabilità è data dalle condizioni delle tubature della rete idrica che la trasporta nelle nostre abitazioni.

in base al pH si suddividono in acide (valori di pH da 1 a 6,9) neutre (pH 7) e basiche (valori di pH da 7,1 a 14)

In base alla composizione salina o più che altro in base alla quantità totale di sali disciolti, le acque si dividono in:

-dolce (concentrazione di sali inferiore allo 0,05% in massa)

-salmastra (concentrazione di sali tra 0,05% e 3% in massa)

-salata (concentrazione di sali tra 3% e 5% in massa)

-salamoia (concentrazione di sali maggiore al 5% in massa

Attualmente per eliminare i PFAS dalle acque sono disponibili varie tecniche come: adsorbimento su carbone attivo, osmosi inversa e chiariflocculazione.

L’acqua viene potabilizzata attraverso degli impianti specifici di potabilizzazione dell’acqua per lo più gestiti da grossi enti quali l’acquedotto che svolgono una serie di operazioni per abbattere tutti gli inquinanti presenti in essa. Si parte da operazioni fisiche tipo grigliatura ad additivazione di sostanze precipitanti i metalli pesanti sino alla sterilizzazione finale.

il cloro è un elemento della tavola periodica appartenete al gruppo degli alogeni con forte potere ossidante soprattutto se usato in forma molecolare con stato ossidativo zero. Usato solitamente sotto forma di ipoclorito per poter disinfettare l’acqua. Residui di cloro si possono trovare nelle nostre acque. La comunissima candeggina è ipoclorito diluito al 10%

 Il piombo è un metallo pesante molto inquinante molto tossico per gli esseri viventi sia vegetali che animali a causa del fatto che può bioaccumularsi e produrre stress ossidativo e quindi invecchiamento cellulare precoce.

 Il residuo fisso è una misura della quantità di sali disciolti nelle acque ed anche di altre sostanze refrattarie che resistono all’evaporazione totale dell’acqua e ad una temperatura che di solito è 180°C. Si misura in mg per litro d’acqua. I valori consigliati sono tra 100 e 1000.

La conducibilità elettrica, insieme alla salinità ed al residuo fisso, rappresenta una misura delle sostanze totali ionizzate disciolte in acqua e quindi capaci di condurre corrente elettrica. Tipicamente un’acqua potabile possiede una conducibilità tra 300- 1000 mg/L.

La durezza di un’acqua è definita in base alla quantità totale di calcio e magnesio disciolti in essa. Un’elevata concentrazione di questi cationi può produrre elevate quantità di calcare e rendere difficoltoso l’uso di detergenti che risulterebbero poco efficaci e quindi andrebbero usati in quantità maggiori. Valori di durezza consigliati per le acque potabili, vanno nel range 15-50 gradi francesi, da 1-15 gradi francesi le acque sono definite dolci, dai 20 in poi vengono definite dure, dove per grado francese si intende una concentrazione di carbonato di calcio di 10 mg/L.

Per acqua potabile si intende quell’acqua destinata ad uso umano utilizzata sia in ambito domestico che in altri ambiti. Le acque destinate al consumo umano devono essere salubri e pulite. Non devono contenere microrganismi e parassiti, nè altre sostanze, in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana. Da un punto di vista legislativo la qualità delle acque destinate ad uso umano è regolata in Italia dal D. Lgs 31/2001 che recepisce le prescrizioni della direttiva Europea 98/83/CE dove sono tabulati una serie di parametri suddivisibili in organici, inorganici e microbiologici con dei valori limite associati, superati i quali l’acqua viene considerata non idonea al consumo umano.

NO3: cosa sono i nitrati?
I nitrati sono la forma stabile più ossidata del ciclo dell’azoto. Solitamente nelle acque da depurare è presente ammonio che viene via via ossidato fino ad arrivare a nitrati e poi ad azoto molecolare ad opera di alcuni batteri. Quando entrano nell’organismo e si associano alle ammine contenute nei cibi, i nitrati danno origine alle nitrosoammine che sono universalmente riconosciute come sostanze cancerogene

I PFAS sono composti che, a partire dagli anni cinquanta, si sono diffusi in tutto il mondo, utilizzati per rendere resistenti ai grassi e all’acqua tessuti, carta, rivestimenti per contenitori di alimenti ma anche per la produzione di pellicole fotografiche, schiume antincendio e detergenti per la casa.
Di conseguenza questi composti sono stati rilevati in concentrazioni significative nell’ambiente e negli organismi viventi.
Nel 2006 l’Unione Europea ha introdotto restrizioni all’uso del PFOS, una delle molecole più diffuse tra i PFAS, da applicarsi a cura degli Stati membri. Per le acque potabili non sono ancora definiti e non esistono limiti di concentrazione nella normativa nazionale ed europea.

L’acqua che consumiamo quotidianamente è composta da molecole di idrogeno e ossigeno in rapporto 2:1 (H2O) più una serie di ioni e gas in essa disciolte che possono essere più o meno benefici per l’organismo umano a seconda della loro concentrazione relativa e della loro natura. Tutto ciò in virtù del fatto che tutti i fluidi corporei e l’acqua che compone per circa il 60-65% l’organismo umano, devono necessariamente contenere delle concentrazioni ben definite di sali minerali ed altri ioni funzionali alle attività specifiche di reparto all’interno dell’organismo

L’acqua osmotizzata non ha sapore.

L’ osmosi inversa invece consiste nel far passare, previa applicazione di una pressione, l’acqua attraverso una membrana semipermeabile agli ioni da una soluzione a maggior concentrazione salina ad una a concentrazione inferiore, e quindi contravvenendo al classico fenomeno dell’osmosi. Solitamente i pori della membrana semipermeabile hanno dimensioni inferiori al nanometro e quindi in grado di trattenere sia ioni che batteri

La microfiltrazione consiste nel filtrare l’acqua con membrane i cui pori hanno dimensioni che vanno da 0,1 mm a 10 micron e per cui utili per eliminare la maggior parte dei batteri ma non dei virus che possono raggiungere dimensioni inferiori.

le acque da bere vanno scelte in base alle singole esigenze, evitando acque troppo dure, inquinate, o ricche di calcare

L’ acqua in bottiglia è migliore di quella del rubinetto?

Bisogna valutare caso per caso. In linea generale possiamo dire che entrambe anno delle peculiarità che vanno affrontate. Nell’acqua in bottiglia bisogna leggere attentamente l’etichetta per capire se l’acqua risponde realmente alle singole esigenze ed inoltre bisogna considerare le problematiche inerenti allo stoccaggio delle bottiglie e i residui derivanti dalla plastica. Per l’acqua del rubinetto invece bisogna considerare gli inquinanti presenti nelle condutture.

La differenza tra un’acqua derivante da bottiglia, una da impianto di microfiltrazione/ osmosi inversa ed una dal rubinetto può variare caso per caso. Bisogna valutare caso per caso facendo delle analisi prima e dopo l’applicazione di filtri e leggendo i valori delle sostanze riportate in etichetta per l’acqua imbottigliata. Tutto ciò tenendo conto delle esigenze dei singoli utenti che potrebbero necessitare di acque particolarmente dolci e di acque mediamente minerali per l’integrazione quotidiana.

In virtù di quanto descritto nelle precedenti domande, l’inquinamento dell’acqua del rubinetto dipende dalla zona in cui abiti, dal grado e dalla costanza di manutenzione del tuo impianto idrico come per esempio l’esistenza di un serbatoio d’accumulo o cisterna mal manutenuta o vecchie tubature ricche di piombo.

L’acqua addolcita non sempre è carica di sodio, ciò dipende dal tipo di addolcitore che si utilizza. Un’ osmosi inversa potrebbe addolcire molto l’acqua facendo diminuire molto anche la concentrazione di sodio.

L’osmosi inversa riduce il PH?
La funzione dell’osmosi inversa è quella di trattenere sali e microorganismi e pertanto, il valore di pH di un’acqua osmotizzata deve essere circa neutro o debolmente acido dovuto alla dissoluzione della CO2 atmosferica in essa. Qualora l’acqua prima del trattamento fosse stata acida, (ph < 7), il pH dell'acqua risultante si sarebbe alzato, mentre nel caso contrario (pH > 7), il pH dell’acqua risultante si sarebbe abbassato.

L’ acqua distribuita dalla rete idrica, per contratto con il gestore locale, dovrebbe essere potabile e conforme ai parametri di legge. Infatti la qualità dell’acqua del rubinetto è soggetta a controlli quotidiani per garantire la salute di chi la dovrà bere. Nonostante ciò, le condotte d’acqua però, se corrose o danneggiate possono rilasciare delle sostanze nocive, e questo potrebbe accadere specialmente in corrispondenza delle tubature private dei nostri edifici che non sono monitorati costantemente.

Si! L’arsenico può essere presente nell’acqua erogata dai nostri rubinetti. Ciò è dovuto a contaminazioni durante il tragitto che l’acqua compie dal potabilizzatore sino alle case, oppure può essere presente nell’acqua in uscita dal potabilizzatore in concentrazione massima di 10 microgrammi/L.

L’ acqua di rubinetto potrebbe contenere microinquinanti non monitorabili all’uscita dagli impianti di potabilizzazione gestiti a livello centrale per il semplice fatto che essi possono accumularsi durante il tragitto verso le case. Tutto ciò può essere dovuto ad un naturale invecchiamento della tubazione periferica o ad un cattivo stato di manutenzione delle stesse.

Il gestore degli acquedotti assicura un’acqua potabile sino all’attacco delle nostre condutture. Pertanto il controllo della rete idrica può essere considerato parziale. Inoltre alcune sostanze usate per la potabilizzazione rendono l’acqua poco gradevole. A questo si unisce la mancata fiducia delle persone a causa di eventi mediatici che hanno sottolineato spesso delle mancanze da parte dei gestori rispetto alla legislazione vigente o addirittura lentezza nella stessa legislazione in norme di sicurezza. Rimane fermo anche il dibattito che vede molte opinioni contrapposte sui valori dei parametri disciolte nell’acqua.

Ogni anno l’uomo produce circa 240 milioni di tonnellate di plastica di cui solo il 3 % viene riciclato. Considerando che una bottiglia di plastica impiega circa 1000 anni per degradarsi nell’ambiente, si direbbe che vi è una seria necessità di abbattere drasticamente il consumo di tali imballaggi di qualsiasi forma e provenienza. Una così lunga persistenza di tali polimeri nell’ambiente produce inevitabilmente un costante avvelenamento di terreni, acque e cibi che utilizziamo ed una perturbazione degli ottimali equilibri che si instaurano nei vari ecosistemi con conseguenze devastanti per l’intero pianeta.

stare attenti sempre a variazioni di colore, odore e sapore. In tal caso farla analizzare ed eventualmente prendere provvedimenti

I parametri di potabilità secondo la legge italiana sono sanciti dal Dlgs 31/2001 e specificati in valori tabulati nell’All.1 Parti A,B,C al suddetto decreto.

Esistono filtri a carbone attivo, utili per le sostanze organiche, microfiltri, filtri ad osmosi inversa utili per tutte le sostanze da eliminare dipendentemente dalle dimensioni dei pori della membrana filtrante, filtri a campo magnetico utili solo per il calcare degli elettrodomestici, filtri a scambio ionico utili anche essi per togliere il calcare. Sia Per l’uso domestico che per gli HORECA vanno bene i microfiltri o al limite quelli a carbone attivo per migliorare eventuali odori o strani sapori

  1. Le analisi che possiamo effettuare sull’acqua sono numerose. Tra queste possiamo elencare quella biologica, organica, fisico chimica, di vitalità e provenienza, energetica bioelettronica ecc. Particolare attenzione bisogna avere per quelle elencate nel dlgs 31/2001 che sanciscono la potabilità della stessa.

In generale l’acqua può contenere delle sostanze inquinanti. Queste si dividono in inquinanti chimici, inquinanti microbiologici e inquinanti minerali.

rimuovere il cloro non necessariamente può portare alla formazione di muffe considerando che come tutti gli organismi viventi, per sopravvivere e proliferare esse hanno bisogno di nutrienti che non sempre sono presenti nelle acque.

 l’osmosi inversa è un trattamento fisico che non richiede l’uso di sostanze chimiche.