L’importanza dell’acqua:

Tutto quello che devi sapere sull’acqua e la sua importanza per il nostro corpo e il nostro benessere

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Dott.sa Maria Cesaria

Laureata in SCIENZE BIOLOGICHE nel 1982, specializzata in MICROBIOLOGIA, con master in dietologia e nutrizione umana, perfezionata in HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points, sicurezza alimentare) e vision 2000.

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A. Carlino – Assistenza Tecnica 

Pilastro del team tecnico Acquasmart srl, ha installato più di 500 impianti. La passione e l’impegno, sono testimoniati dalla soddisfazione dei clienti e dalla competenza acquisita con lo studio delle tecnologie di affinamento degli impianti di trattamento acque.

Dott. Domenico Garzone

Chimico, con esperienza pluriennale in laboratorio di analisi chimiche di vario genere: ambientale e merceologico, esperto in tutela e qualità delle acque. Iscritto all’ Ordine dei Chimici e dei Fisici della provincia di Bari.

Valerio – Portavoce Acquasmart srl

Inviato nei programmi radio è la voce di Acquasmart srl. Coniuga una grande esperienza commerciale, con gli studi, in SCIENZE INFERMIERISTICHE all’università del SACRO MILITARE ORDINE CAVALERI DI MALTA, che gli permettono di interpretare al meglio le esigenze delle varie tipologie di clienti.

Salute: consigli per il tuo benessere (53)

L’acqua in bottiglia è sempre minerale, in quanto è una soluzione in cui nell’elemento acqua sono disciolti altri componenti presenti in natura, come sali minerali e metalli. Quello che varia è la composizione e le quantità di minerali disciolti.

L’iperidratazione è un aumento dell’acqua extracellulare, soprattutto del compartimento interstiziale (edema). E’ causata principalmente da patologie come l’insufficienza renale, quella cardiaca, l’ipoproteinemia (da malnutrizione, o da cirrosi epatica) o da malattie endocrine che coinvolgono gli ormoni dell’aldosterone e vasopressina. L’iperidratazione può essere dovuta, anche, al bere più acqua di quanta i reni possano eliminare.

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L’acqua nel nostro corpo è in moto perpetuo. Questo movimento è reso possibile dall’esistenza di un sistema specializzato, una specie di impianto idraulico localizzato all’interno delle cellule, sia di quelle animali che di quelle vegetali. Il sistema in questione è costituito dalle acquaporine, proteine-canali che permettono il movimento dell’acqua attraverso la membrana della cellula. Quando c’è una concentrazione maggiore d’acqua all’interno della cellula le acquaporine la muovono verso l’esterno quando invece si tratta del contrario l’acqua si muove verso l’interno. Possiamo quindi affermare che le acquaporine sono piccoli sistemi di pulizia: lo scambio dell’acqua è fondamentale per le cellule. Un suo cattivo funzionamento è all’origine di molte malattie.

Il primo sintomo della disidratazione è la secchezza della bocca. Poi, a mano a mano che lo stato di disidratazione  aumenta, sia la pelle che le mucose (comprese quelle dell’occhio) diventano secche e asciutte e compaiono senso di affaticamento, mal di testa, arrossamento della pelle, crampi  muscolari, perdita di appetito, intolleranza  al  calore, apatia. Se lo stato di disidratazione è ancora più grave, si possono avere vertigini, nausea e vomito, tachicardia, diminuzione del livello di attenzione e di concentrazione e sdoppiamento della visione, fino a perdita di conoscenza e rischio di coma.

I parametri da considerare sono:
RESIDUO FISSO la quantità di minerali in essa disciolti;
DUREZZA DELL’ACQUA cioè il grado di calcare che si esprime in gradi francesi ;
PH grado di alcalinità o acidità di una sostanza;
MICRORGANISMI E ALTRE SOSTANZE INQUINANTI COME NITRITI E NITRATI.

I meccanismi che mantengono l’equilibrio idrico sono quello della sete (che regola la quantità di acqua da in-
gerire) e il riassorbimento dell’acqua nei reni (che regola la quantità di acqua eliminata con le urine).

La suddivisione prevista dal Decreto Lgs. 25/01/1992 n. 105 è la seguente:
Residuo ≤ 50 mg/L Acque minimamente mineralizzate
Residuo > 50 e ≤ 500 mg/L  Acque oligominerali
Residuo > 1500 mg/L  Acque ricche di sali minerali

Il centro della sete si trova nel cervello. Con un meccanismo estremamente complesso e sensibile, raccoglie ed elabora vari segnali provenienti da diversi tipi di recettori localizzati in varie parti del corpo. In linea di massima il senso della sete è determinato dalla disidratazione delle cellule nervose. Altri fattori che contribuiscono ad aumentare la sensazione della sete sono la secchezza della bocca e la diminuzione del volume del sangue. Per contro, la distensione dello stomaco provoca un minore desiderio di bere. Dobbiamo bere prima che compaia la sete in quanto questo significa che siamo già in debito di acqua. Possiamo renderci conto che abbiamo bisogno di bere toccando con i polpastrelli la bocca, se la sentiamo secca dobbiamo bere.

La molecola dell’acqua è costituita da 2 atomi di idrogeno e una di ossigeno (H2O), alcune delle molecole presenti nell’acqua (una piccolissima parte) si spezzano formando due altre specie: ioni idrogeno (forma chimica: H+) e ioni ossidrile (OH-). La concentrazione degli ioni H+ in un acqua determina la sua acidità, definita mediante una grandezza adimensionale, il pH. Se in un’ acqua ci sono più ioni idrogeno che ioni ossidrile, l’acqua dal punto di vista chimico è acida, in caso contrario è basica (detta anche alcalina).

Come già detto per residuo fisso si intende la quantità di minerali in essa disciolti. Il residuo fisso limite per un’acqua potabile deve essere non superiore a 1,5g per litro. Per quanto riguarda i valori consigliati sono, sempre in condizioni di salute normali, tra 200 e 300 mg per litro. Questo perché acque minimamente mineralizzate (residuo fisso inferiore a 50 mg/L) alla lunga possono portare a squilibri idrosalini, lo stesso si può dire di acque fortemente mineralizzate cioè quelle che superano i 1500 mg/L.

L’acqua è un alimento a tutti gli effetti, basti pensare che, nell’uomo, costituisce il 60-70% del peso corporeo, che deve rimanere costante nel tempo. Dal momento che ogni giorno ne perdiamo molta (con le urine, il sudore e l’espirazione), è importante ricostituire rapidamente ed efficacemente le perdite.

I sali disciolti nell’acqua consentono il passaggio della corrente elettrica perché sono in forma ionica, cioè dotati di una o più cariche elettriche: nell’acqua avremo ioni sodio, ioni potassio, ioni solfato e altri. Si avrà quindi un aumento della conducibilità elettrica in modo proporzionale alla quantità delle sostanze disciolte, questo è un parametro utile per ottenere una misura, seppur approssimata, del contenuto di sali disciolti in un’acqua minerale. L’unità di misura della conducibilità elettrica è il Siemens, in genere per i parametri legati a campioni di acqua potabile si hanno valori variabili tra 100-1000 μS/cm. I valori consigliati ricalcano quanto detto per il residuo fisso.

Il bilancio idrico è il rapporto tra le “entrate” e le “uscite” di liquidi nel corso delle 24 ore. È fondamentale
per conservare un buono stato di salute nel breve, nel medio e nel lungo termine.

La disidratazione si ha quando l’organismo perde più liquidi di quanti ne assuma. Può essere causata o da un’assunzione insufficiente di liquidi o da un aumento delle perdite (es. vomito incoercibile, sudorazione profusa, emorragia, ustioni). Se la diminuzione dell’acqua corporea totale è pari al 7% la sopravvivenza stessa è compromessa.

Si intende una situazione di equilibrio tra disidratazione e iperidratazione

Per acque potabili s’intendono quelle acque distribuite tramite pubblici acquedotti, principalmente impiegate per usi domestici.

Si l’acqua aiuta a dimagrire. Oltre che aiutare ad eliminare gli scarti metabolici bevendo si attivano quei meccanismi metabolici di produzione di calore con dispendio energetico. Inoltre ha un alto indice di sazietà.

Bere acqua gassata non fa male. Diciamo che ha delle controindicazione per tutti coloro che soffrono di acidità di stomaco, reflusso gastroesofageo, gastrite e ulcere gastriche poiché l’anidride carbonica in essa contenuta stimola la secrezione dei succhi gastrici. È controindicata anche a coloro che soffrano di gonfiori addominali in quanto, a causa dell’elevato contenuto in anidride carbonica, si può avere dilatazione gastrica e gonfiore addominale. In tutti gli altri casi non crea problemi.

Il cloro è un potente agente ossidante, sbiancante e disinfettante: da molti anni viene usato nell’acqua potabile per sterminare gli agenti patogeni. Il cloro presenta però, come molte sostanze utili, anche delle controindicazioni, se utilizzato in eccesso. Questo ha spinto l’OMS ad analizzare le conseguenze a lungo termine della presenza del cloro nell’acqua sulla salute dell’uomo e a definire poi dei valori parametri di sicurezza per l’acqua potabile. Ricordiamo in ogni caso che il cloro essendo un  potente Ossidante  distrugge le vitamine C e E , inoltre alcuni cibi, se combinati acqua trattata con cloro, possono sviluppare delle sostanze cancerogene, trasformandosi nel peggior nemico per il nostro organismo. Non solo frutta e verdura, ma anche prodotti di soia, bevande come il tè e alcuni tipi di farmaci sono soggetti a queste mutazioni, formando questi pericolosi composti.
I nitrati sono nocivi per la nostra salute? Perché?
I nitrati sono normalmente presenti nelle acque, anche in quelle potabili, e in molti alimenti. Di per sé non sono tossici: solo se convertiti in nitriti possono dare vita a composti che sono ritenuti cancerogeni. In Italia, il contenuto di nitrati nelle acque potabili è per legge inferiore a 50 mg/L, concentrazione ritenuta non dannosa.

L’acqua è dunque il nostro principale alimento e fonte di energia: pertanto è importantissima la sua qualità. Innanzi tutto un acqua, per soddisfare tutte le funzioni necessarie al nostro organismo, deve avere determinate caratteristiche chimiche e energetiche: non deve contenere sostanze tossiche per il nostro corpo e deve essere “viva”. Per mantenersi “viva”, l’acqua ha bisogno di movimento (e bassa temperatura o campo magnetico adeguato) che consenta alle sue molecole di restare cariche e quindi polarizzate. Ovviamente queste non sono caratteristiche dell’acqua in bottiglia, ma dal canto suo abbiamo ampiamente parlato delle problematiche legate all’acqua potabile. Concludendo minerale o potabile che sia, ognuna nasconde degli scheletri nel proprio armadi!

L’Accademia Nazionale delle Scienze ha stabilito che l’adeguato apporto quotidiano di acqua è pari a 3,7 l per gli uomini e 2,7 l per le donne. Tuttavia, l’assunzione giornaliera di acqua varia notevolmente per i singoli e tra gruppi

In alcune zone d’Italia l’acqua di rubinetto può essere particolarmente ricca di sali di calcio e magnesio che determinano quella che viene definita “durezza” quindi potrebbe aver bisogno di trattamenti che ne migliorino le caratteristiche chimico-fisiche. In ogni caso è bene ricordare che l’acqua del rubinetto, prima di arrivare nelle nostre abitazioni, viene sottoposta a dei trattamenti, che variano di zona in zona, affinché risulti potabile e rispetti i parametri di legge. Nonostante il buon lavoro degli acquedotti, gli inquinanti che si possono trovare nell’acqua potabile sono comunque moltissimi: sebbene, però, essi siano entro i limiti di legge, ci sono e non sono salutari. Tra questi sono comuni il cloro, che viene utilizzato come battericida a basso costo, o i residui dovuti alle condizioni delle tubature.
Per questo motivo il Ministero della Sanità ha approvato le apparecchiature per affinare l’acqua, che oltre a garantire che sia depurata dal cloro, derivati e ruggine mettono in atto una serie di processi per rendere l’acqua di maggior qualità tutelando l’organismo ed evitando l’ingestione di micro particelle nocive come metalli pesanti che a lungo andare possono avere conseguenze negative sulla nostra salute.

L’effetto saziante dell’acqua è legato alla dilatazione gastrica che si ha dopo la sua ingestione.

L’acqua microfiltrata è depurata da cloro e derivati, ruggine, pulviscoli, e non privata di sali minerali. Quella depurata con osmosi inversa non contiene la quasi totalità delle sostanze disciolte nell’acqua, riusciamo ad ottenere un’acqua davvero pura.

Non esiste alcun tipo di conferma scientifica al fatto che l’acqua addizionata con anidride carbonica dia problemi all’organismo, anzi la presenza di anidride carbonica rende l’acqua frizzante più sicura da un punto di vista igienico per l’azione batteriostatica svolta dalla CO2.

In realtà per quanto riguarda le acque commercializzate non possiamo parlare di acque benefiche, possiamo dire che sono più gradevoli e con un contenuto di sali più controllato rispetto all’acqua di rubinetto. Ricordiamo che l’acqua è vita e come tale deve essere viva, cioè acqua corrente, invece l’acqua in bottiglia può essere dichiarata tale solo alla fonte, poi imbottigliata e trasportata molto spesso in condizioni sfavorevoli ( ad. esempio temperature alte), e stoccata in condizioni non meno sfavorevoli non ci porta a dire che sia viva!. Inoltre a volte potrebbe contenere molti più contaminanti di quella di rubinetto. La legge tollera limiti più alti. Le analisi chimico-batteriologiche possono essere eseguite – per legge – anche una sola volta ogni cinque anni e da recenti inchieste giornalistiche emerge una qualità media accettabile, ma vi sono in commercio alcune acque in bottiglia che per i valori di nitrati o di arsenico sono sconsigliate ai bambini!

Avvalersi di un sistema di purificazione a microfiltrazione sicuramente darà un’acqua più salubre e buona al palato.
Per quanto riguarda un impianto a osmosi inversa darà qualche vantaggio in più: raggiungimento dei valori ottimali di pH gastrico; migliora la digestione; migliora l’attività renale. Queste acque hanno, però, particolari indicazioni per l’uso.

L’acqua è importante per rimuovere le scorie, se non si beve abbastanza l’organismo è costretto a riciclare acqua sporca e, ovviamente, tutte le sue funzioni ne risentiranno.

Il piombo è un materiale resistente  e duttile, utilizzato fin dal passato per costruire tubature utili alla distribuzione  di  acqua. A  partire dagli anni sessanta circa, nuove  normative e nuove tecniche o materiali ne hanno, però,
ridotto l’utilizzo nelle reti di distribuzione dell’acqua destinata al consumo umano. Questo perché vari studi scientifici hanno messo in evidenza che se la quantità di piombo assorbita è minima quest’ultimo non viene metabolizzato ma in larga parte escreto attraverso le urine, solo un 20% rimane all’interno del nostro organismo. Se, però, l’esposizione è costante o la concentrazione del piombo è maggiore, si hanno fenomeni di accumulo che possono provocare una vasta gamma di effetti biologici che comprendono problemi nella sintesi di emoglobina (anemia), problemi ossei, problemi sui reni, sul tratto gastrointestinale, sul sistema riproduttivo e danneggiamento acuto o cronico del sistema nervoso. Attualmente l’utilizzo di piombo nei materiali a contatto con l’acqua destinata a consumo umano è rigorosamente disciplinato al fine di limitare i rischi di contaminazione delle acque Infatti generalmente, le acque rifornite dal gestore del servizio idrico contengono livelli di piombo significativamente  inferiori  a 10 microgrammi/litro (μg/litro) limite di legge vigente dal 26 dicembre 2013.

La bollitura non elimina gli elementi chimici o le scorie inquinanti, l’acqua portata ad ebollizione evapora lasciando i depositi sedimentari, quindi i cibi preparati con quell’acqua (come la pasta, le verdure, il brodo..) assorbono gli elementi nocivi.

Nel processo omeopatico, il principio attivo di una sostanza è diluito in acqua milioni di volte, tanto da non contenere più una sola molecola del principio attivo, il quale, secondo tale teoria, resterebbe memorizzato nell’acqua. Quindi nella medicina omeopatica si utilizza la capacità dell’acqua di memorizzare o ‘ricordare’ una data informazione con la quale entra in contatto

È una domanda abbastanza complessa perché l’acqua ideale da bere sarebbe quella che sgorga dal rubinetto (che sarebbe un’acqua viva, in continuo movimento, se non ci fossero le autoclavi). Occorrerebbe, però, controllare che l’acqua abbia le stesse caratteristiche organolettiche riscontrate dagli esami fatti alla fonte che tutti gli acquedotti pubblici dovrebbero esibire. Purtroppo anche se si facessero questi controlli occorre tener presente che l’acqua prima di arrivare nelle nostre case fa molta strada e molto spesso le condutture non sono in buone condizioni!  Per quanto riguarda le acque imbottigliate la situazione cambia non è uguale per tutti ma dipende dalla particolare situazione in cui il soggetto si trova.

L’acqua costituisce l’80% del peso corporeo nel neonato e nei primi anni di vita, quindi un contenuto più alto di quello di un adulto che però non lo protegge dalle perdite improvvise, perché in questo periodo ha un ricambio dell’acqua cinque volte più rapido di quello dell’adulto ed una riserva di acqua immediatamente utilizzabile proporzionalmente più scarsa. Ne deriva che il bambino deve bere regolarmente e deve bere di più nei periodi caldi, durante l’estate, e negli ambienti riscaldati, come a scuola, e quando fa sport.
Nei neonati un adeguato apporto idrominerale è indispensabile per coprire i fabbisogni e soddisfare le esigenze di crescita: l’acqua minerale è più adeguata delle acque potabili (per il rischio di inquinamento  o contaminazione) a soddisfare questa esigenza. Un bambino in fase di crescita ha bisogno inoltre di molti sali minerali che sono
contenuti in diversi alimenti, tra cui l’acqua: a questo scopo sono consigliabili acque con residuo fisso compreso tra 250 e 500 mg/l, oppure acque con residuo fisso più elevato con le caratteristiche di un’acqua bicarbonato-calcica e con una equilibrata presenza di mineralizzazione. Le acque bicarbonato-calciche sono particolarmente utili nei casi di una inadeguata assunzione di calcio attraverso la dieta, come ad esempio nei bambini con IPLV (intolleranza alle proteine del latte vaccino). Un’acqua ricca di microelementi essenziali per la crescita come calcio, magnesio e fluoro, elementi fondamentali per lo sviluppo della struttura ossea e dei denti, è adatta ai neonati e ai bambini e proprio per queste sue proprietà chimico-fisiche, può essere indicata si a per diluire il latte nel biberon sia per dissetare il bimbo ed è consigliata nelle pappe durante lo svezzamento, proprio per integrare l’apporto di calcio.

Anche gli adolescenti e i giovani vivono una fase di crescita in cui l’organismo ha bisogno di un costante apporto di
sali minerali, come calcio, magnesio e fluoro. È fondamentale soddisfare queste necessità giornaliere per consentire il
raggiungimento del picco di massa ossea: proprio durante la fase dell’adolescenza si deposita infatti il 45% del calcio corporeo totale. Oggi nei Paesi industrializzati si riscontra spesso nelle ragazze e nelle giovani donne una carente assunzione di calcio con la dieta, dovuta principalmente ad errori alimentari. Inoltre la maggior parte degli adolescenti pratica attività sportiva, spesso anche a livello agonistico, e ha dunque bisogno di un consistente apporto di
sali minerali. Durante allenamenti o gare molto faticose si possono perdere fino a 2-3 litri di acqua attraverso il sudore.Quando l’organismo si trova in “riserva  d’acqua” invia segnali ben precisi, il più semplice dei quali è la sete: se in quel momento le scorte di liquidi e di sali minerali  perduti non sono rimpiazzate rapidamente, possono esserci serie conseguenze, dai semplici crampi fino alle vertigini. La bevanda migliore da assumere in queste circostanze è proprio l’acqua, meglio non gassata e non eccessivamente fredda. Sono da preferire inoltre quelle “medio minerali” bicarbonato-calciche con basse concentrazioni di sodio: oltre a reintegrare la perdita di liquidi e dei sali dovuti alla  sudorazione, tamponano “l’acidosi” che determina la fatica muscolare (e la formazione di acido lattico) e assumono il valore di un vero nutrimento, grazie alla presenza di calcio in forma facilmente assimilabile

Durante il periodo della gestazione l’organismo modifica i propri meccanismi funzionali per adattarsi al nuovo stato
fisiologico determinato dall’aumento del metabolismo basale, dalla variazione dei parametri endocrino-metabolici e da
variazioni delle funzioni digestive. È emerso in numerosi studi che nelle donne in gravidanza si riscontra un elevato assorbimento di calcio, ferro e vitamina B12 come conseguenza delle aumentate necessità metaboliche: fin dall’
inizio della gestazione il fabbisogno fisiologico di questi elementi aumenta di  400 mg al giorno rispetto alla norma.
È quindi utile raccomandare per tutto  il periodo della gravidanza la somministrazione di due litri d’acqua al giorno con composizione controllata, nota e batteriologicamente pura che risulti classificata, in base al suo residuo fisso, come un’acqua “a media mineralizzazione”, preferendo le acque definite calciche per l’intenso utilizzo del calcio durante la gestazione. Il calcio, infatti, è un minerale che ricopre un ruolo fondamentale nel periodo della gravidanza, in quanto è particolarmente importante per lo sviluppo scheletrico del bambino, quindi del calcio viene sottratto a quello che serve alla mamma. Per cui una carenza di questo minerale diventa dannosa non tanto per lo sviluppo del bambino, quanto per la madre. Inoltre un basso contenuto di sodio aiuta ad evitare la ritenzione idrica e le sensazioni di gonfiore e pesantezza frequenti nella gravidanza e durante l’allattamento.

In età adulta l’organismo lavora per mantenere il capitale di calcio accumulato stabile. Quando nella donna si verifica un ridotto apporto di calcio vengono subito intaccate le riserve scheletriche al fine  di mantenere invariata la calcemia, e
quindi la conduzione degli stimoli nervosi e la contrattilità muscolare.
Nelle donne oltre i 60 anni l’assorbimento gastrointestinale è ridotto di circa il 50% rispetto alle donne giovani. Anche l’attività enzimatica renale, che produce metaboliti attivi della vitamina D, è ridotta. Quindi è importante valutare la biodisponibilità del calcio negli alimenti che compongono la dieta quotidiana per garantire un corretto apporto giornaliero di tale elemento. L’acqua gioca in questa fase un ruolo fondamentale in quanto elemento indispensabile che garantisce l’apporto di sali minerali necessari per i processi biochimici dell’organismo umano. In particolare sono adatte a questo scopo le acque bicarbonato-calciche, ricche di calcio e povere di sodio.

L’arsenico è un elemento chimico che si trova su alcune rocce legato ad altri minerali. Quando l’acqua potabile, proviene da zone di origine vulcanica, è ricca in arsenico. L’assunzione di arsenico per lunghi periodi possono esercitare effetti cronici tossici che riguardano la pelle, alterazioni gastrointestinali, cardiovascolari, polmonari, neurologiche e immunologhe, anemia e alterazioni delle funzioni riproduttive e dello sviluppo. Se assunto in quantità superiori ai 200µg ha effetti gravi sulla salute, anche cancerogeni. La legge obbliga i produttori delle acque in bottiglia a rispettare lo stesso limite di concentrazione vigente per le acque per il consumo umano (10 μg/l). Purtroppo questi limiti non sono sempre rispettati e capita che diverse regioni italiane (Emilia, Lombardia, Alto Adige, Campania, Toscana e Lazio) superino tale limite, e ne consegue un rischio per la salute dei cittadini di tali zone.

Non ci sono molti studi sulle controindicazioni legate all’utilizzo dell’acqua in bottiglia, possiamo dire che le controindicazioni sono soprattutto legate alla plastica della bottiglia per gli ftalati composti chimici ampiamente utilizzati nella produzione della plastica e che sono interferenti endocrini e bisfenolo A o BPA una sostanza chimica che squilibra gli ormoni.

Chi pratica sport dovrebbe prestare particolare attenzione all’idratazione del proprio corpo: durante l’attività fisica, infatti, disperdiamo, attraverso il sudore, acqua, sali minerali e altre sostanze in quantità ridotte. Questi elementi vanno presto reintrodotti, mantenendo un corretto livello di idratazione dell’organismo. Bere serve anche ad aumentare il tono muscolare, con la giusta quantità di acqua i nostri muscoli saranno più energici e saranno meno soggetti a crampi e affaticamento. L’ipoidratazione combinata allo sport può compromettere la nostra capacità di completare gli esercizi. In ambiente caldi e umidi, le conseguenze possono essere anche gravi: il sudore, in queste condizioni, non evapora abbastanza in fretta, la temperatura corporea sale eccessivamente e nei casi più estremi può persino arrivare a danneggiare gli organi vitali, cervello compreso.

Negli anziani l’equilibro idrico è un fattore importante nell’omeostasi dell’organismo. In generale possiamo affermare che l’anziano non è capace di risparmiare acqua e va facilmente incontro a situazioni di disidratazione con relativi problemi di ipovolemia (diminuzione della parte liquida del sangue), specie in presenza di febbre e di restrizioni di liquidi. Poiché gli anziani col passare degli anni perdono il senso della sete, mentre l’esigenza di acqua da parte dell’organismo non diminuisce, sono più esposti a disidratazione. Lo stato di disidratazione negli anziani può compromettere il corretto funzionamento cerebrale. È utile che le persone anziane senza particolari problemi di salute bevano in abbondanza acqua minerale naturale, prevalentemente calcica o bicarbonato-calcica, in modo da assicurare un’adeguata idratazione pur senza un eccessivo impegno renale. Per quanto riguarda la quantità di acqua necessaria parliamo più o meno di 1 litro e mezzo circa.

L’acqua minimamente mineralizzata, trova applicazione in tutte le situazioni morbose come nella flogosi delle vie urinarie, nella calcolosi renale e negli stati iper uricemici. Una conseguenza diretta dell’azione diuretica è il rinforzo dell’eliminazione di sostanze quali: azoto ureico, acido urico, acido ossalico e cloruro di sodio. Risultano evidenti i benefici estetici che ne conseguiranno: una pelle più idratata, la ritenzione idrica via via che scompare, microcircolazione/cellulite efficacemente tenuti sotto controllo.

Gli svantaggi delle acque dure riguardano soprattutto le tubature, gli impianti termici, le caldaie, gli elettrodomestici e le rubinetterie, che devono essere trattati con prodotti specifici che limitano l’accumulo di calcare. Quindi il calcare è nocivo, ma più per l’ambiente domestico che per la nostra salute. Certo, però, ostruisce i pori e rende la pelle secca. L’acqua calcarea non è adatta per lavare la pelle del viso o gli stessi capelli.

Le acque destinate al consumo umano devono essere salubri e pulite. Non devono contenere microrganismi e parassiti, ne’ altre sostanze, in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana. Per assicurare ciò le attuali norme, recepite a livello di Comunità Europea, definiscono i requisiti di potabilità attraverso il monitoraggio di numerosi parametri, per ognuno dei quali è stato fissato un limite di concentrazione. In particolare il D.Lgs 31/2001 (attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano), con le sue successive modifiche ed integrazioni, prevede il controllo di 53 parametri, così suddivisi:
2 parametri microbiologici (5 per le acque messe in vendita in bottiglia o in contenitori);
28 parametri “chimici”, riguardanti elementi indesiderabili e tossici, per i quali sono fissati limiti imperativi di concentrazione (salvo concessione di deroghe);
21 parametri “indicatori”, riguardanti elementi caratterizzanti, per i quali sono stabiliti valori consigliati che non dovrebbero essere superati;
2 parametri di radioattività.

Le acque sono ricche di minerali inorganici, non assimilabili dal nostro corpo e che per questo sono causa di accumuli e cattivi funzionamenti.

Avremo i sintomi soprattutto in caso di iperidratazione legata a patologia:
disordine del ritmo cardiaco;
sviluppo di edema;
intossicazione del corpo, vomito, diarrea;
disturbi psiconeurologici: convulsioni, apatia, alterazione della coscienza, letargia.

I valori di ph vanno da 0 a 7 per l’acidità e da 7 a 14 per la basicità. Il valore intermedio 7 rappresenta una soluzione acquosa neutra.

Con il termine “organolettico” ci si riferisce a tutto ciò che è capace di eccitare un ricettore sensoriale. Le caratteristiche organolettiche dell’acqua riguardano il colore, il sapore, l’odore e la torbidità.

Acqua potabile: dovrebbe essere un’acqua naturale con residuo fisso a 180° C di circa 500 mg/l (medio minerale), limpida, incolore, di sapore gradevole.
Acqua da bere: acque purificate e affinate.
Acqua di sorgente: sono state inizialmente introdotte nel comparto delle acque in boccioni approfittando del fatto che alle acque minerali sono precluse le confezioni superiori a due litri.
Acqua minerale: ha origine da una falda o da un giacimento sotterraneo, contiene vari minerali, come i sali e composti di zolfo. Non subiscono alcun genere di trattamento e devono, per legge, essere imbottigliate così come sgorgano dalla fonte.

Trasporto di nutrienti e metaboliti: trasporta alle cellule le sostanze nutritive, ed allontana i prodotti di rifiuto.
Protezione dell’equilibrio corporeo: le cellule, i tessuti e gli organi vivono “immersi” nei fluidi corporei, e la stabilità della composizione di tali fluidi è fondamentale ai fini del mantenimento delle caratteristiche chimiche e fisiche dell’ambiente interno.
Regolazione della temperatura corporea: la grande capacità termica propria dell’acqua è in grado di minimizzare le variazioni di calore.

L’acqua potabilizzata può ancora trasportare sia microrganismi derivati da contaminazioni esterne o che sono stati in  grado di sopravvivere ai processi di trattamento delle acque, sia microrganismi che fanno parte della normale flora ambientale naturale, presenti quindi in assenza di qualsiasi tipo di contaminazione. Uno dei microrganismi più rappresentato come contaminante fecale è l’Escherichia coli, in genere enterobatteri, presenti nel microbioma intestinale. Altri indici di contaminazione fecale sono gli enterococchi (o streptococchi fecali) e i clostridi  solfito-riduttori (spore). In ogni caso se in un’acqua potabile vengono rilevati questi microrganismi, si presume la presenza anche di microrganismi patogeni quali: Salmonelle, enterovirus, virus dell’epatite A, di protozoi e uova ossiuri (tenie, ascaridi).

Il valore pH ideale di un’acqua potabile secondo il Decreto Legislativo 31/2001 sono nel range 6,5 – 9,5, con valori guida consigliati nel range 6,5 – 8,5 (DPR 236/88). Tali valori sono stati scelti sulla base delle dichiarazioni ell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che nello specifico considera il pH dell’acqua (compreso nell’intervallo 6,5 – 8,5) un importante parametro di valutazione della qualità dell’acqua.

Il bilancio dei liquidi durante uno sport è molto importante. Un’idratazione efficace, influisce favorevolmente sulla performance e permette un recupero molto più rapido, specie dopo sforzi intensi. Non esiste uno schema standard da seguire per ottenere una adeguata reidratazione dopo sforzo fisico; la frequenza e il volume di liquidi da bere dipende infatti da molteplici fattori, tra cui la durata e l’intensità dell’esercizio, le condizioni ambientali in cui l’esercizio viene svolto e  le caratteristiche del soggetto. Se a questo si aggiunge il fatto che  la variabilità individuale è ampia, si
capisce bene come la strategia ottimale deve essere modulata sulla base del tipo di sforzo, della disciplina sportiva, del tipo di impegno (amatoriale, agonistico, professionistico) e delle caratteristiche dell’atleta.

È ovvio che se ricorriamo alle acque in bottiglia per bere, non dovremmo utilizzare l’acqua del rubinetto nemmeno per lavare frutta e verdura e neanche per cucinare. È effettivamente un controsenso perché comunque mangiamo quell’acqua! Rimane sempre il problema cloro o più che altro il problema dei composti chimici che si creano per reazione del cloro (estremamente reattivo) con altre sostanze presenti nell’acqua, e la durezza dell’acqua.